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Unasweb contro il ministero della Salute: accanimento contro le sigarette elettroniche

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Unasweb contro il ministero della Salute: accanimento contro le sigarette elettroniche

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Responsabilità editoriale di Optimamente

Unasweb lancia l’allarme: il concetto di riduzione del rischio non sembra ancora essere stato colto dalle istituzioni del nostro Paese.

02 marzo 2021, 10:15

Optimamente

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A sottolinearlo è proprio il presidente di Unasweb, oltre che fondatore di Svapoweb, Arcangelo Bove. Tutto nasce da una lettera che è stata scritta a quattro mani da Rossana Ugenti e Giovanni Rezza, rispettivamente Direttore generale delle Professioni sanitarie e Risorse umane e Direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute. La missiva riguarda le problematiche riconducibili a eventi scientifici organizzati con il coinvolgimento delle industrie del tabacco, anche se poi nel documento emerge un notevole scetticismo nei confronti delle sigarette elettroniche. Per Unasweb, però, le conclusioni a cui sono giunti i due dirigenti risultano parziali, e soprattutto non tengono conto di tutta la letteratura scientifica che si è espressa su questo argomento.

Le dichiarazioni nel mirino

I due dirigenti riportano come le evidenze di letteratura avrebbero fatto intendere che i prodotti a tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, cioè i dispositivi che rilasciano nicotina, sono in grado di causare una dipendenza da nicotina al pari dei prodotti classici. Tali dispositivi addirittura sarebbero in grado di far ricadere nella dipendenza da nicotina tutti gli ex fumatori, che per altro in diverse nazioni sono in numero maggiore rispetto ai fumatori attuali.

Il parere di Ugenti e Rezza

Ma Ugenti e Rezza sono andati ancora oltre, sottolineando come da poco si sia verificato che i prodotti in questione non possano essere considerati una soluzione alternativa rispetto al consumo di tabacco tradizionale. Il motivo sarebbe da individuare nella presenza di sostanze nocive e tossiche e di agenti cancerogeni in aggiunta alla nicotina. In più, nel documento sottoscritto si fa riferimento a decessi dovuti a malattie polmonari che si sono verificati a causa dell’impiego di sigarette elettroniche nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

La replica di Unasweb

Unasweb non ci sta e ribatte: le dichiarazioni degli esponenti del ministero possono essere smentite, almeno in misura parziale, dalle conclusioni di diversi studi accreditati che testimoniano che le sigarette elettroniche non sono causa di assuefazione. Per di più, la colpa grave di Rezza e Ugenti è quella di non tenere minimamente conto del concetto di minor danno. Infine, si parla di eventi letali in America e in Gran Bretagna, ma questa appare una vera e propria mistificazione di episodi di cui non sono stati precisati i tratti più importanti.

Il fenomeno Evali

I due dirigenti del dicastero guidato da Roberto Speranza, in sostanza, non tengono conto del fatto che è stata niente meno che la Food and Drugs Administration degli Stati Uniti a sottolineare che il fenomeno Evali – quello a cui si fa riferimento per i decessi menzionati – non è stato provocato dall’impiego della sigaretta elettronica, ma dall’adozione di liquidi non ufficiali che erano stati comprati sul mercato nero e da un uso improprio della vitamina e acetato. La colpa, dunque, era di sostanze che non c’entrano niente con i circuiti legali e con le sigarette elettroniche lecite. In sostanza, gli eventi letali sono stati determinati dall’assunzione di sostanze pericolose, e non dallo strumento usato per assumerle. Sarebbe come dire che chi muore bevendo del veleno da un cucchiaio lo fa per colpa del cucchiaio e non per colpa del veleno.

Le conclusioni contestate del documento

A proposito del documento riscaldato, infine, Rezza e Ugenti spiegano che in Italia la valutazione compiuta su un prodotto di tabacco riscaldato in base alla normativa in vigore dall’Iss ha fatto intendere che in funzione della documentazione a disposizione allo stato attuale non si può identificare il potenziale di riduzione del rischio né individuare la diminuzione delle sostanze tossiche. Così, nelle gerarchie ministeriali i prodotti a minor danno subiscono il sorpasso di approcci terapeutici efficaci, non solo farmacologici. Per Unasweb, questa è la dimostrazione più lampante di quanta strada debba ancora essere fatta per un ragionamento istituzionale concreto e affidabile sul minor danno.

Le parole di Arcangelo Bove

La lettera di Ugenti e Rezza è stata ripresa anche da Svapomagazine e ha sollecitato una reazione da parte di Arcangelo Bove, che oltre ad essere il presidente di Unasweb è anche il fondatore di Svapoweb. I vertici di Unasweb invitano le istituzioni a rimediare al danno molto grave che è stato arrecato con dichiarazioni poco caute come quelle contenute nella missiva di cui abbiamo parlato, mettendo in evidenza che chi ora è un fumatore in teoria potrebbe trovare un sostegno nel dire addio al vizio del fumo grazie ai dispositivi per svapare, ma potrebbe essere indotto a non farlo a causa delle informazioni diffuse in quel documento. È evidente, infatti, che se a spaventare i cittadini sono fonti istituzionali di così alto livello, i comportamenti delle persone comuni ne risentono.

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