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“Accordini Igino”, la cantina di riferimento per l’Amarone della Valpolicella

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“Accordini Igino”, la cantina di riferimento per l’Amarone della Valpolicella

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Responsabilità editoriale di SEO Cube S.r.l.

15 aprile 2020, 10:18

SEO Cube S.r.l.

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di SEO Cube S.r.l.

I vini più conosciuti e amati della Valpolicella sono due, l’Amarone e il Recioto: se a produrli, poi, è la Cantina Accordini Igino, si può avere la certezza di avere a che fare con bottiglie di alta qualità. L’Amarone della Valpolicella, in particolare, è un classico del nostro Paese molto apprezzato nel resto del mondo, e soprattutto in Cina; in passato, perfino il celebre scrittore Ernest Hemingway dimostrò di amarlo.

Amarone della Valpolicella Accordini

Non è difficile intuirne il motivo, considerate le caratteristiche distintive di questo vino: il sapore al palato è intenso, mentre il gusto non ha eguali nel resto del mondo. Con il suo profumo complesso, l’Amarone è un vino dal carattere deciso.

L’Amarone della Valpolicella di Igino Accordini

L’Igino Accordini Amarone della Valpolicella è un vino di grande successo in tutto il mondo.

L’imprenditore agricolo Guido Accordini, che è un vero e proprio esperto di questo vino, prima di altri è stato in grado di capire e di sfruttare l’importanza delle esportazioni in Estremo Oriente.

Non è un caso che la metà dei vini importati in Asia provenga dal Veneto. L’azienda agricola “Accordini Igino” fondata da Igino Accordini e Guido Accordini, si occupa della produzione di Amarone della Valpolicella da quasi due secoli, visto che l’attività in questo settore è iniziata addirittura nel 1821.

Igino, il capostipite del marchio, si dedicò alla coltivazione dei tre ettari di vigneto che aveva ottenuto in eredità.

Oggi, a distanza di quasi 200 anni, quella che era una piccola azienda è riuscita, grazie alla determinazione e ai sacrifici di Guido, a imporsi sul mercato internazionale: merito del giusto connubio tra tradizione e innovazione, da cui è derivata un’impresa decisamente moderna.

Guida all'Amarone della Valpolicalla Accordini Igino di Guido Accordini

Le caratteristiche dell’Amarone della Valpolicella

L’Amarone della Valpolicella è un vino rosso corposo e secco, amato sia in Italia che all’estero.

Prodotto solo nella zona collinare della Valpolicella, in provincia di Verona, deve il nome Amarone alla necessità di distinguerlo rispetto al Recioto, che viene prodotto nella stessa zona e con le stesse uve ma è un passito dolce.

Il sapore pieno e vellutato è il tratto distintivo dell’Amarone di Accordini Igino, che propone un rosso strutturato che rientra a pieno titolo tra i successi nel mondo dei vini Made in Italy. Basti pensare che lo scorso anno le vendite dell’Amarone erano cresciute in Italia di quasi il 7% e nel resto del mondo del 4%, per un volume di affari complessivo intorno ai 350 milioni di euro. Per il mercato del vino italiano nel suo complesso, nel 2019 l’aumento delle vendite aveva superato il 3%, per 5 miliardi e 300 milioni di euro di fatturato e in totale 22 milioni di ettolitri di vino messi in commercio.

Perché scegliere “Accordini Igino”

Il rispetto dell’ambiente naturale è solo uno dei tanti punti di forza che contraddistinguono il modus operandi dell’azienda agricola “Accordini Igino”, che può contare su vitigni di qualità e, soprattutto, sulla capacità di instaurare con il territorio di elezione un legame unico e impossibile da scalfire.

Le uve vengono prodotte con una notevole attenzione all’utilizzo delle risorse, badando sia all’impatto ambientale che alla riduzione dei prodotti chimici utilizzati.

Gli effetti del coronavirus

Guido Accordini è consapevole delle conseguenze economiche che l’allarme sanitario del coronavirus innescherà, ma non esprime una particolare preoccupazione per il marchio. L’avvento della pandemia, come si può facilmente intuire, ha bloccato tutto ma non ha arrestato il consumo di vicino.

D’altro canto l’intera Valpolicella fino a pochi mesi fa faceva registrare una crescita in doppia cifra in relazione all’esportazione nei mercati orientali: segno di un processo di notevole espansione.

Così, non appena il virus smetterà di seminare morte e paura, ci si attende un boom di consumi, dal momento che l’Amarone è nella top five dei vini più noti sul mercato asiatico.

Igino Accordini Amarone

La Cantina Accordini

L’azienda guidata da Guido Accordini in collaborazione con la moglie Liliana rappresenta un prezioso punto di riferimento in tutto il Veneto: merito della cura che viene riservata alla produzione attenta di Amarone della Valpolicella e Recioto.

Sono migliaia, tutti gli anni, le bottiglie prodotte, richieste non solo dai clienti in Italia ma anche da quelli all’estero.

La tradizione ereditata da una cantina attiva da quasi 2 secoli si abbina con il ricorso alle tecnologie più all’avanguardia che assicurano al marchio Accordini Igino un posto di primo piano nel settore ecologico.

I vini della Valpolicella

Sin dai tempi antichi la Valpolicella è stata terra di vini: lo stesso nome lo denuncia, visto che deriva dal latino “Val polis cellae”, vale a dire la valle di tante cantine.

Le caratteristiche che rendono questo territorio così speciale sono principalmente due: da un lato la natura calcarea del terreno, e dall’altro lato il clima temperato, con piogge moderate.

Ecco perché questa parte del Veneto è davvero ideale per i vitigni, la loro coltivazione e la loro crescita, anche grazie alla presenza di piccoli torrenti conosciuti con il nome di progni.

Botti di Amarone della Valpolicella della cantina Accordini Gino

L’attenzione della Cina

Nel corso degli ultimi anni la Cina ha messo in mostra un forte interesse nei confronti dei vini del Veneto, che sono diventati quasi uno status symbol per la fascia di popolazione che può vantare un reddito alto.

Al di là dell’Amarone, anche i Brut Rosè e il Ripasso godono di un notevole apprezzamento in Estremo Oriente.

Quella dell’Amarone della Valpolicella, però, non è una moda del momento destinata a svanire nel giro di breve tempo, ma rappresenta l’esito di una relazione che è stata sviluppata e che è cresciuta nel corso degli anni.

In effetti oggi la distribuzione del prodotto costituisce un business di grande prestigio.

La qualità eccelsa dei vitigni nostrani è nota anche a decine di migliaia di chilometri di distanza da noi, a latitudini in cui viene apprezzato il lavoro delle aziende italiane.

I vini italiani in Cina

A differenza di ciò che avviene in Italia, inoltre, in Cina non si può parlare di una tradizione vera e propria correlata al settore del vino; le varie bevande alcoliche che si trovano sul mercato vengono considerate prodotti secondari.

Il governo locale, tuttavia, ha deciso di investire in modo consistente nella produzione del vino, ma ciò non ha comportato alcun problema per la crescita del mercato italiano.

In effetti quello cinese è il mercato del vino più grande del mondo.

Cosa è cambiato con il coronavirus

Le previsioni per il 2020 per il mercato del vino erano ottime, ma la realtà dei fatti ha presentato un conto ben diverso.

L’emergenza sanitaria di queste settimane si è abbattuta in modo consistente sul territorio italiano, e a risentirne è stato anche il mercato del vino.

Non solo perché i ristoranti, i bar, le enoteche e i pub sono stati chiusi, ma anche per il timore di essere contagiati e le numerose disdette delle prenotazioni.

Senza trascurare, poi, le conseguenze delle difficoltà logistiche correlate al blocco dei trasporti.

L’annullamento dell’edizione 2020 di Vinitaly è una logica conseguenza, ma sono saltati anche il ProWein di Dusseldorf in Germania, il Vinexpo di Hong Kong e la Fiera del Vino di Chengdu.

Se sino a poche settimane fa ci si attendeva un aumento delle vendite dei vini italiani, ora è più razionale aspettarsi una flessione, che comunque si auspica sia sufficientemente contenuta.

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