(ANSA) - ROMA, 23 GIU - Calabria prima 'vittima' della crisi
economica nella nostra Penisola: la regione meridionale è,
infatti, quella maggiormente funestata dalla perdita di posti di
lavoro, con "una emorragia di ben 67.000 occupati (erano 579.000
nel 2008, sono scesi a 512.000 nel 2016)", dato che equivale ad
una perdita del "12%" dei posti dall'avvio della congiuntura
negativa. Lo sottolinea l'Osservatorio Statistico dei consulenti
del lavoro nella ricerca 'Il lavoro dove c'è' (in cui sono stati
confrontati rapporti statistici di recente pubblicazione
sull'efficienza del mercato del lavoro, l'evoluzione
occupazionale e la mobilità degli italiani), presentata a Villa
San Giovanni (Reggio Calabria) in occasione del meeting dei
giovani consulenti del lavoro del Sud Italia, che si chiuderà
domani, 24 giugno. Nella classifica, si legge, "dopo la
Calabria, troviamo al secondo posto la Sicilia, con il 9% di
occupati in meno". Nel complesso, dal dossier si scopre che
"durante i lunghi otto anni di crisi economica ed occupazionale
(dal 2008 al 2015), 383.190 persone delle regioni del
Mezzogiorno hanno trasferito la residenza in altre regioni"
dello Stivale: di questi 160.000 sono campani, 73.000 siciliani
e altrettanti pugliesi, "ai quali si aggiungono 54.000
calabresi".