(ANSA) - ROMA, 12 GIU - La presenza, "pur minoritaria, negli
studi legali, di soci di capitale non professionali", a giudizio
degli avvocati italiani potrebbe "pregiudicare seriamente
l'autonomia e l'indipendenza nell'esercizio della professione
forense". E' il monito che arriva dal presidente del Consiglio
nazionale forense (Cnf) Andrea Mascherin e dal coordinatore
dell'Organismo congressuale forense (Ocf) Antonio Rosa, che
invocano lo stralcio di alcune norme dal Disegno di legge sulla
concorrenza, all'esame del Parlamento. A seguire, per quel che
riguarda le "nuove norme in materia di contenziosi che
coinvolgano compagnie assicurative, e come segnalato ai
componenti la commissione congiunta della Camera, Cnf e Ocf, pur
dubitando della legittimità della scelta fatta di termini di
decadenza differenziati, chiedono - va avanti la nota - di
ripristinare il principio di parità delle parti in relazione
all'accesso ai mezzi di prova e, per questa ragione,
sottolineano la necessità che l'indicazione dei testimoni da
parte del danneggiato possa, quantomeno, avvenire al momento
dell'invito alla stipula della negoziazione assistita",
concludono Mascherin a Rosa.