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Periti industriali,73% vuole innovazione

Osservatorio professione, 10% laureato, 8 su 10 esecitano soli

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 15 GIU - I periti industriali guardano con fiducia al futuro della professione: "il 73,7%", infatti, ritiene che nei prossimi dieci anni possa avere "grandi opportunità" di sviluppo, a patto, però, che sappia innovarsi.
    Nel frattempo, cresce il livello di istruzione, poiché quasi il 10% possiede un titolo di studio universitario che, "nel 79,6% dei casi è finalizzato all'esercizio" dell'attività, e fra le lauree più diffuse spicca Ingegneria (50,8% dei laureati, principalmente indirizzo industriale), a seguire Scienze delle professioni sanitarie (9,9%), Architettura e similari (6,2%). A rivelarlo l'Osservatorio sulla professione di perito industriale, prima indagine sulla categoria realizzata, nel 2016, dal Centro studi del Consiglio nazionale dei periti industriali (condotta su quasi 10.000 iscritti all'albo su 43mila totali), presentata oggi a Roma. Se l'area industriale ad indirizzo elettrico è "la specializzazione principale (41,8%), seguita da quella civile e ambientale (15,5%) e dall'industriale ad indirizzo meccanico (17,5%)", si legge nel dossier, prevale la modalità di esercizio individuale della professione (78,8%).
    Per i periti la vera competenza distintiva è la progettazione (sia edile, sia impiantistica), che viene svolta dal "56% degli iscritti". (ANSA).
   

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