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Sisma Irpinia: architetti, errori e mancato sviluppo aree

Professionisti denunciano mancanza messa in sicurezza territorio

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 23 NOV - La memoria del sisma del 1980 nel Mezzogiorno d'Italia "non può farci dimenticare i tanti errori commessi nelle ricostruzioni post-sismiche e il mancato sviluppo di quelle aree. Oggi gli architetti sono in prima fila, unitamente ai colleghi delle altre professioni tecniche, nel denunciare la mancanza di messa in sicurezza del territorio e del suo patrimonio abitativo, nella necessità di sviluppare seriamente politiche ed azioni volte soprattutto alla consapevolezza del rischio e alla prevenzione". Lo si legge in una nota del Consiglio nazionale degli architetti, in cui si ricordano i numeri del terremoto di cui ricorre il quarantesimo anniversario: "Magnitudo 6.9, quasi 3000 morti, 300 mila sfollati, 506 Comuni danneggiati delle province di Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Foggia, Napoli, Potenza e Salerno".
    Son passati 40 anni, con "una ricostruzione infinita e, forse, una delle più grandi catastrofi in Italia degli ultimi 50 anni.
    Come nella maggior parte dei casi, ad essere colpite sono le aree interne, le aree montane, le aree fragili del Paese". Per i professionisti, infine, "occorre in primo luogo ridare dignità ai territori conservando e rafforzando i caratteri identitari e sociali, investendo in nuovi modelli economici, soprattutto assicurando un futuro alle nuove generazioni", si chiude la nota dell'Ordine. (ANSA).
   

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