(di Giacomo Rizzo)
(ANSA) - TARANTO, 17 MAG - Erano passati venti mesi
dall'ultimo grave incidente che costò la vita a un giovane
operaio dell'appalto Ilva. Si chiamava Giacomo Campo, aveva 25
anni e rimase schiacciato da un nastro trasportatore. Oggi la
stessa sorte è toccata a un altro ragazzo nato e cresciuto nel
rione Tamburi, Angelo Raffaele Fuggiano, di 28 anni, dipendente
della ditta Ferplast, che si occupa di carpenterie metalliche.
Stava sostituendo una fune ad una delle gru che scaricano i
minerali nel reparto Ima (Impianti marittimi), quando è saltato
un ancoraggio ed è stato colpito in pieno dal bozzello del cavo
d'acciaio. E' stato soccorso subito dal 118, ma le ferite erano
troppo gravi.
Il tragico infortunio, avvenuto nell'area del quarto
sporgente del porto in concessione all'Ilva, è avvenuto in una
giornata funestata anche in altre parti d'Italia da gravissimi
incidenti sul lavoro. Un agricoltore di 74 anni è morto
schiacciato dal suo trattore mentre lavorava nel terreno di sua
proprietà vicino all'eremo di Montepaolo, a Dovadola,
sull'Appennino forlivese. Un 48enne di Nichelino, e morto
precipitando nella tromba dell'ascensore di un palazzo a Torino
durante lavori di manutenzione, mentre tre operai che stavano
sistemando i piloni della strada delle Tre Valli Umbre, ad
Arquata del Tronto, sono rimasti seriamente feriti precipitando
da una piattaforma. E oggi si è appreso anche che sette persone
sono state indagate dalla Procura di Padova per l'incidente alle
Acciaierie Venete, dove la fuoriuscita di una colata di acciaio
liquido aveva ustionato 4 operai, due dei quali gravemente.
Con la morte di Angelo Fuggiano salgono a 8 i lavoratori
morti all'Ilva di Taranto dal sequestro dell'area a caldo,
avvenuto il 26 luglio del 2012 e, di questi, cinque sotto la
gestione commissariale. La gru era ferma da due giorni, come ha
poi spiegato l'Ilva che ha espresso il cordoglio nei confronti
della famiglia dell'operaio ed ha annunciato una indagine
interna. La reazione dei sindacati non si è fatta attendere ed è
stato proclamato lo sciopero immediato fino a tutto il primo
turno di domani. Nel pomeriggio sindacati, lavoratori,
associazioni e comuni cittadini hanno protestato dinanzi alla
Prefettura di Taranto per ribadire che "i problemi di sicurezza
all'interno dello stabilimento sono dovuti anche alla mancanza
di investimenti e ai ritardi nel risanamento degli impianti".
Era presente il governatore Michele Emiliano, che ha proposto
un'ispezione generale in azienda per fermare eventuali impianti
a rischio. Le segreterie nazionali Filt Cgil, Fit Cisl e
Uiltrasporti intanto hanno deciso per domani alle 17,30 il fermo
contemporaneo in tutti i porti con suono delle sirene per 5
minuti perché "nelle aree portuali - affermano - si continuano a
registrare vittime sul lavoro". Mentre la leader della Cgil
Susanna Camusso, ha annunciato che con Cisl e Uil si sta
pensando ad uno sciopero sulla sicurezza.
Infine, l'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, ha auspicato
che "il lutto dell'intera città s'imponga senza se e senza ma
nel panorama nazionale, dove spesso la parola Ilva evoca solo
una questione cocente, un dilemma politico, un punto di
programma offuscando volti, storie, vite, generazioni intere di
tarantini che, ai meri interessi di governo ed economici, oggi
rivendicano rispetto".(ANSA).