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Sardegna
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Comunali: centrodestra pigliatutto

Lutzu a Oristano, Concu a Selargius. Vince astensionismo

Il centrodestra fa filotto ai ballottaggi, conquistando entrambi i Comuni con oltre i 15 mila abitanti chiamati al voto in questa tornata amministrativa, Oristano e Selargius. E si prepara già alle prossime regionali, seppure ancora lontane. Senza scossoni la legislatura finirà nel 2019, come ha ricordato recentemente il governatore Francesco Pigliaru. L'opposizione, però, inizia a soffiare sul collo degli attuali inquilini di viale Trento, mentre il centrosinistra-sovranista, ancora diviso nonostante gli appelli, scricchiola.

Non sono tutte rose e fiori nemmeno per il centrodestra, alle prese con la sua nuova identità ma anche con Forza Italia spaccata e con gli alleati storici, come i Riformatori, che premono in solitario per le primarie in vista della scelta del candidato governatore. Sul fronte opposto, il Pd è in affanno: malgrado il rinnovo del vertice regionale, il partito stenta a trovare unità di intenti nell'azione in Consiglio, dove ci sono da superare almeno due scogli: la legge urbanistica, che però dovrebbe approdare in Aula non prima di settembre, e il riordino della rete ospedaliera.

Questo non significa che la batosta di Oristano e la sconfitta di misura a Selargius investano direttamente la Giunta Pigliaru, ma è un campanello d'allarme ampiamente percepito anche a livello nazionale. Il segretario dem Giuseppe Cucca nega che questo test amministrativo abbia qualche ripercussione in Regione, dove il Partito dei Sardi resta ancora sull'Aventino e dove si è alla vigilia di una nuova staffetta in casa Pd per l'assessorato dei Trasporti.

"Le amministrative sono diverse - spiega il numero uno del partito in Sardegna - non raccolgono il voto d'opinione e si vota sulla base della conoscenza dei candidati. Io non drammatizzerei più di tanto: certo il dato nazionale deve necessariamente farci riflettere, perché comunque per il Pd le elezioni non sono andate bene. Però da lì a cercare la Giunta regionale o il Governo mi sembra assolutamente ingeneroso e ingiusto".

Diversa l'opinione del coordinatore di Fi Ugo Cappellacci, il primo a dire che "i numeri sono tali che assumono un significato anche sul piano politico regionale e nazionale. Da un lato viene punita una Giunta regionale tutta teoria e zero pratica, dall'altro finisce il grande bluff del giglio magico renziano e dei suoi feudatari nell'Isola: l'esperienza del centrosinistra è agli sgoccioli".

Entrambi gli schieramenti guardano con un centro distacco al crollo dell'affluenza, che pure in Sardegna in questi ballottaggi ha rappresentato il primo partito, ma tutti parlano dell'esigenza di ritrovare in casa propria l'unità. "La coalizione di centrodestra unita è nuovamente capace di esprimere una classe dirigente pronta a governare oggi i Comuni e domani la Regione e partecipare al Governo della nazione", afferma Salvatore Deidda, portavoce regionale di Fdi. Quanto al centrosinistra "ha il dovere di praticare l'unità - dice il senatore del Campo progressista Luciano Uras - Divisioni sistematiche, presunzioni di autosufficienza, scissioni continue e la polverizzazione della sinistra consegnano il Paese o al populismo qualunquista dei Cinquestelle o alla xenofobia della Lega".

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