Il Tar Sardegna ha condannato il
Comune di Sassari a un maxi risarcimento nei confronti della
Immobiliare San Giacomo srl per la mancata attivazione di un
piano di lottizzazione del 1993 in un'area di un ettaro e mezzo
all'ingresso della città, in via Budapest. La lottizzazione
avrebbe permesso ai costruttori di realizzare immobili per oltre
100mila metri cubi. Si parte dai 42milioni di euro richiesti
dalla San Giacomo. I giudici del Tar hanno, però, stabilito che
quella somma va ricalcolata e che Palazzo Ducale dovrà
presentare una proposta concreta di risarcimento danni,
calcolando i valori di mercato dell'area oggetto della
lottizzazione negata e l'ammontare dei mancati guadagni dei
costruttori, anche se c'è da tenere in conto che i parametri
urbanistici attuali consentirebbero un'edificazione minore dei
100mila metri cubi ipotizzati allora.
Il ricorso era stato presentato nel 2014, forte di una
precedente sentenza a favore dell'immobiliare, sempre emessa dal
Tar e passata in giudicato, con cui il tribunale amministrativo
aveva già dichiarato l'illegittimità del diniego opposto dal
Comune di Sassari alla convenzione edificatoria per l'area di
via Budapest. Negli anni Novanta la convenzione era stata
richiesta dalla Salis spa, dichiarata fallita nel 2000, e
reiterata in seguito dalla Immobiliare San Giacomo, che ne ha
rilevato i possedimenti. Il no degli uffici comunali era
arrivato nel 2003, quando il sindaco era proprio Nanni Campus,
come oggi. Il curatore fallimentare della Salis spa aveva
chiesto al Comune le autorizzazioni per mettere in pratica la
lottizzazione approvata dieci anni prima. Palazzo Ducale aveva
risposto che, essendo passati dieci anni, il piano di
lottizzazione non era più valido e non era rinnovabile. Una
valutazione ribaltata due volte dal Tar.
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