Un'indagine dei carabinieri
coordinata dalla procura di Agrigento e scattata dopo una
segnalazione dell'associazione Mareamico,ha portato alla
denuncia per reati ambientali dei titolari di due frantoi della
provincia. L'inchiesta è partrita lo scorso ottobre, per la
presenza di acqua nerastra alla foce del fiume Naro, nella
località balneare di Lido Cannatello.
Risalendo il letto del fiume (con ricognizioni da terra e
dall'alto, con l'ausilio di un aeromobile del IX Nucleo
elicotteri di Palermo) i carabinieri territoriali e il Centro
anticrimine Natura (Can) hanno individuato il punto di
immissione all'altezza del ricettore del depuratore di Favara,
in contrada Chimento Burgialamone. I militari e l'Arpa hanno
prelevato campioni che hanno fatto emergere criticità nel
funzionamento del depuratore, con parametri che superano di 34
volte la presenza di batteri escherichia coli. Accertato un
ingresso anomalo nel depuratore, proprio nei giorni in cui era
comparsa la colorazione nerastra alla foce del Naro,
probabilmente riconducibile all'immissione nella fognatura di
acque di vegetazione derivanti dalla molitura delle olive nei
frantoi e che ha compromesso la funzionalità del depuratore
stesso.
Le acque di vegetazione, se opportunamente trattate, possono
essere utilizzate quale correttore di acidità dei terreni.
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