(di Daniele Carotti) (ANSA) - ANCONA, 12 GIU - La prima devastante scossa di magnitudo 6.0 alle 3.36 del 24 agosto 2016, quella di grado 6.5 del 30 ottobre alle 7:40, l'ultima più rilevante tra Norcia e Arquata del 4.1 il primo settembre 2019. La sequenza sismica che quattro anni fa colpì duramente il Centro Italia, e in particolare le Marche, è stata ripercorsa dal responsabile regionale della Protezione Civile David Piccinini durante un rendiconto dell'attività nella fase emergenziale che ha coinvolto 4.500 volontari del Protezione civile. Nel corso della lunga e potente scia sismica, ha ricordato Piccinini, affiancato in videoconferenza dal presidente Luca Ceriscioli, si sono registrati 21 eventi superiori a 4.5, 52 superiori a 4.0 e 13mila oltre i 2.1. Una devastazione che ha lasciato ferite ancora aperte sul territorio: finora sono state sostenute spese, ha riferito Piccinini, per un miliardo e 50 milioni di euro: tra le spese più rilevanti quelle per il Contributo di autonoma sistemazione (Cas) di 372 milioni di euro e per costruire le 'casette' (247 milioni). Dopo la scossa di agosto i Comuni marchigiani danneggiati erano 24; e 85 dopo quella di ottobre e coinvolti 362mila abitanti. Ma nelle Marche (65% del territorio colpito, rispetto al 17% dell'Abruzzo, e all'11% dell'Umbria e del Lazio) hanno subito danni 163 Comuni, di cui 78 fuori dal 'cratere'. Delle 299 vittime provocate dal sisma, 51 si registrarono ad Arquata del Tronto, 237 ad Amatrice e 11 ad Accumoli. I feriti portati in ospedale furono 365. Il 'mostro' danneggiò anche 49mila edifici (evacuati) e generò oltre 33mila sfollati ridotti ora a oltre 26mila: 20.993 in autonoma sistemazione, 4.118 in 'casette', 353 in container o altro, 533 in alloggi invenduti (acquisiti per 36 milioni di euro), 204 in hotel. Le costruite Sae in 75 aree di 28 Comuni sono 1.942: al loro posto prevista la costruzione di 229 nuovi immobili (costo 35,8 milioni di euro). Sono 16 le strutture temporanee per il culto, 111 per usi pubblici, 13 socio-sanitarie evacuate (nove delocalizzate). Le macerie rimosse, al primo marzo 2020, ammontano a 771.651 tonnellate: 389.876 dalla provincia di Ascoli Piceno, 370.191 da Macerata, 11.584 da Fermo. Gli interventi per la messa in sicurezza sono stati 3.252 (99,4 milioni di euro). Per i beni culturali pianificati 203 interventi (spesa 19,6 milioni). Al momento sono 26 i Comuni con zone rosse nel centro storico. Sono 267 le attività produttive delocalizzate in 846 moduli (10 milioni di euro). Per attività agricole e zootecniche consegnati 121 strutture Mapre, 300 stalle tunnel, 59 altre stalle e 196 fienili. Circa 12 milioni di euro destinati al trasporto pubblico locale con nuove linee allestite per l'emergenza. Dall'Ue erogati all'Italia 1,2 miliardi di euro all'Italia e affidati alla Protezione Civile. Le Marche hanno rendicontato spese per oltre 745 milioni di euro di cui 699 milioni certificati a giugno 2019 (85%). (ANSA).