Le partite di calcio su Sky e Dazn, le serie tv su Netflix, i film su Mediaset premium e perfino la musica su Spotify, il tutto ad un costo medio di 10 euro al mese. Per la prima volta in Italia, nella guerra alle pay tv illegali, a 'pagare' sono direttamente i clienti e non più e non solo le organizzazioni che gestiscono le piattaforme pirata: la Guardia di Finanza ne ha denunciati 223 per ricettazione e per violazione dell'articolo 171 octies della legge 633/41, quella sul diritto d'autore. Rischiano fino ad otto anni di carcere, una multa di 25mila euro e la confisca dello strumento utilizzato per vedere i contenuti in streaming: che sia un pc, una smart tv o uno smartphone. "E' una svolta epocale nella lotta alla pirateria, finalmente chi sbaglia paga" ha commentato l'Ad della Lega Serie A Luigi De Siervo sulla stessa scia del presidente dell'Anica Francesco Rutelli che parla di "un'operazione senza precedenti". L'indagine del Nucleo speciale beni e servizi delle Fiamme Gialle riguarda tutta Italia.
La legge sul diritto d'autore prevede la confisca degli strumenti utilizzati: ai clienti, dunque, in caso di condanna verranno confiscati il televisore, computer o smartphone. Rischiano inoltre la reclusione fino ad otto anni e una multa di 25 mila euro.