- C'è tanta poesia in questo Ritratto di famiglia con tempesta, home comedy-drama di Hirokazu Kore-eda che arriva in sala dal 25 maggio con Tucker Film, dopo essere passato a Un Certain Regard a Cannes. Un vero e proprio dramma familiare, quello del regista giapponese, pieno di quella sottile ironia che può suscitare ogni famiglia quando la si guarda con una sensibile lente di ingrandimento. Protagonista Ryoto (Abe Hiroshi), uomo che vive alla giornata, giocatore d'azzardo e detective truffaldino, ma con un romanzo di successo alle spalle e un altro da scrivere, una consorte, Kyoko (Maki Yoko), dalla quale si è separato e, infine, un figlio Shingo che vede una volta al mese.
Per pagare l'assegno mensile alla ex moglie, Ryoto lavora con grande distacco in un'agenzia investigativa specializzata in tradimenti, ma gran parte del tempo lo passa alle corse, alla lotteria. Armato di bugie e meschinità che gli hanno alienato fiducie e affetti, Ryoto non ha certo perso quello della madre (la bravissima Kirin Kiki), che rispetto a questa simpatica canaglia, ancora alla ricerca di un posto nel mondo e che gli ruba i soldi nascosti per casa, prova ancora uno smisurato affetto. Così una sera, mentre un annunciato ciclone si sta abbattendo su Tokyo, riunisce lui, la sua ex moglie e il nipote nella sua casa forse con la speranza che, durante l'uragano, tutto si possa ricucire. In questa notte tempestosa l'uomo non ritroverà certo la famiglia, ma sicuramente un modo per migliorare la sua dolorosa separazione da moglie e figlio. "In questi ultimi anni della mia vita, ho vissuto vari eventi familiari che mi hanno cambiato - spiega oggi a Roma il regista che stasera presenterà il suo film al Sacher alla presenza di Nanni Moretti -, tra cui non ultima la morte di mia madre e la nascita di una figlia. E direi - aggiunge il regista di Maborosi (Osella d'oro a Venezia 1995) - che tra mia madre e la protagonista del film c'è stata una sovrapposizione che spesso mi ha commosso. Vedere Kirin Kiki con gli occhiali di mia madre - una cosa che lei stesso mi aveva richiesto per ispirarsi - è stato per me un colpo al cuore".
In questo film, aggiunge poi, "tutti personaggi in campo non sono riusciti a raggiungere il futuro che avrebbero voluto. Una cosa che vale anche per lo stesso bambino. Sono comunque tre generazioni a confronto che si trovano costrette a confrontarsi con la realtà".
Nel futuro di Hirokazu Kore-eda, regista di Father and Son, non più un film sulla famiglia: "Ho in mente un dramma giudiziario (titolo 'Il terzo omicidio') con protagonisti un avvocato, l'accusato e la famiglia della vittima".
Frase cult del film quella della madre rivolta a Ryoto mentre annaffia una pianta sul balcone: "Non fa né fiori né frutti - dice la donna -, ma la annaffio lo stesso come faccio con te".
(ANSA).