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Fornasetti, tra arte classica e nuove visioni

A Palazzo Altemps le opere dell'Atelier milanese

- Fantasia sfrenata e suggestioni surrealiste, che caratterizzano le opere di Piero e Barnaba Fornasetti, si mescolano armoniosamente con lo splendore della statuaria classica delle antiche collezioni nella grande mostra ospitata fino al 6 maggio nelle sale del Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps. Esposte circa 800 opere realizzate nell'atelier milanese del famoso decoratore, pittore, scultore, editore e designer e dal figlio dagli anni '30 a oggi.
Con il titolo 'Citazioni pratiche. Fornasetti a Palazzo Altemps', l'importante rassegna (che rientra nelle celebrazioni del ventennale dell'apertura al pubblico della dimora storica) è stata promossa dal Museo Nazionale Romano in collaborazione con Electa, mentre l'ideazione è della Triennale Design Museum di Milano e Fornasetti. Curatrici Silvana Annicchiarico, direttrice del Triennale Design Museum, e Alessandra Capodiferro, del Museo di Palazzo Altemps, che hanno selezionato le opere più significative, in grado di dialogare con i tesori delle straordinarie collezioni di arte classica.
Ecco dunque che i capolavori antichi, che abbelliscono tutti gli spazi, tra cortile, stanze affrescate, teatro, si susseguono in un serrato confronto con le 27 incursioni artistiche costituite da oltre 800 pezzi di Fornasetti, affrontando di sala in sala i temi del classico, delle rovine e delle antichità, in un rimando ideale a tratti spiazzante e irriverente, colto e sapiente. E d'altro lato la mostra, attraverso i tratti fantastici, giocosi, onirici delle creazioni di Fornasetti, porta in primo piano la duplice anima di Palazzo Altemps, nato come casa aristocratica (in cui si sono succeduti famiglie quali Riario, Medici, Orsini, Altemps e Hardouin) e, nel 1997, diventata la sede del Museo Nazionale Romano incentrata sulla storia del collezionismo antiquario.
Una scelta dunque appropriata quella delle opere di Fornasetti, il quale, sebbene abbia inciso con la sua produzione anche sull'evoluzione della cultura italiana del design industriale, è stato principalmente ispirato da maestri quali Piero della Francesca e Giotto, dalle pitture pompeiane, nonché dalla pittura metafisica, dalla quale non smise mai di attingere.
Dopo la morte di Piero nel1988, è toccato al figlio Barnaba prendere le redini dell'atelier, ed è appunto sua l'ideazione dell'intervento espositivo romano e degli allestimenti in grado di riproporre quel loro genio che si muove tra passato architettonico, archeologico e storico artistico fino a creare un mondo mai realmente esistito.
In questo percorso che si snoda negli spazi del museo, di sicuro impatto è il magnifico gruppo scultoreo del 'Galata Suicida' immerso in una sorta di set scenografico, da cui si staglia come protagonista di una piece teatrale, su un fondale alto sei metri raffigurante l'opera 'Follia Pratica'. O, ancora, una colonia di gatti in ceramica, pigramente accovacciata sui resti di antiche mura, mentre trompe-l'oeil di rovine si alternano a vestigia reali in un gioco di rimandi. Disegni, mobili, accessori ripercorrono i quasi 90 anni della produzione dell'Atelier Fornasetti, rivelandosi non solo semplici oggetti decorati, bensì, come diceva Piero Fornasetti, "un invito alla fantasia, un invito a pensare".

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