Da una villa abbandonata nel fiorentino riaffiorano, quasi per caso, affreschi di uno dei protagonisti dello stile Liberty in Italia, Galileo Chini. A scoprirli, dopo averne rinvenuto tracce sul social network fotografico Flickr (dove un fotografo ne aveva pubblicato alcuni scatti), è stato lo studioso e direttore del sito di settore 'Italia Liberty', Andrea Speziali. "Sono stati realizzati senza dubbio dal grande artista di Firenze", spiega, dopo aver effettuato raffronti e indagini sull'autenticità delle opere. I grandi affreschi decorano le pareti di alcune stanze di una villa, privata e situata appena fuori da Castelfiorentino (Firenze), ad alcune decine di chilometri dal capoluogo toscano, in stato di forte abbandono da alcuni anni. Per salvare i dipinti di Chini (che già non sono più in ottimo stato di conservazione), Speziali ed Italia Liberty, hanno lanciato l'idea all'attuale proprietà dell'edificio, di una raccolta fondi: l'iniziativa servirebbe anche ad organizzare un convegno dedicato allo stile Liberty e all'opera di Chini nei prossimi mesi a Firenze. Nell'ambito dell'evento verrà proposta l''istituzione del primo museo del Liberty italiano: il nuovo spazio culturale potrebbe trovare posto proprio nella villa abbandonata di Castelfiorentino.
La scoperta degli affreschi risale alla metà del mese scorso, quando l'attenzione di Speziali, una notte, è attirata da alcune nuove immagini pubblicate sul social di immagini e foto Flickr dal fotografo Jonathan Dellagiacoma, vincitore del primo premio nella 1/a edizione del contest nazionale Italian Liberty. Ritraggono le sale diroccate della villa a Castelfiorentino, dalle cui pareti l'occhio dello studioso riconosce istantaneamente l'affiorare di affreschi dall'inconfondibile tratto Liberty. Subito parte un'indagine ricognitiva per determinare la paternità dei dipinti: bastano poche settimane di prove e confronti per indurre Speziali a ritenere che le opere portino la firma di Galileo Chini, uno degli artisti di riferimento del Liberty in Italia ed Europa. "Il paragone con altri suoi lavori, tra pitture, ceramiche e disegni non lascia adito a dubbi, a dar vita alle forme, ai colori della villa fiorentina è proprio la mano di Chini - spiega all'ANSA lo studioso - è la stessa struttura degli affreschi a confermarlo". Le simmetriche e avvolgenti composizioni vegetali e floreali, le sinuose forme femminili che adornano le mura dell'edificio abbandonato "posseggono il tipico stile, la medesima raffigurazione della natura e della fisionomia che Chini mostra in tanti altri suoi lavori. Per esempio, alcuni dei volti femminili sono molto simili a quelli della sua opera La Primavera", è la convinzione di Speziali. Il quale prova anche a ipotizzare una datazione per i dipinti ritrovati: "Considerata la villa nella sua caratterizzazione architettonica di inizio Novecento e la manifattura degli affreschi, è presumibile che essi siano stati realizzati tra il 1898 e il 1905". Resta da capire, adesso, se il rudere di Castelfiorentino potrà rinascere e diventare, oltre che la casa dei capolavori dell'artista fiorentino, anche il primo museo del Liberty in Italia.