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Spike Lee farà una docu-serie su NY e l'11 settembre

Cinema

Spike Lee farà una docu-serie su NY e l'11 settembre

Su Hbo, "se ce l'ha fatta allora ce la fara' contro il Covid

NEW YORK, 02 marzo 2021, 15:30

di Alessandra Baldini

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Lettera d'amore di Spike Lee a New York per l'anniversario delle stragi dell'11 settembre. Il regista di Brooklyn e' al lavoro su una docu-serie per Hbo intitolata "NYC Epicenters 9/11→2021½," sui 20 anni dagli attentati di al Qaida contro le Torri Gemelle.
"Sara' un documentario in molte parti che racconta la vita, le perdite e la sopravvivenza della citta' nell'arco degli anni dal tempo delle stragi", ha detto Hbo che mandera' in onda la serie sul canale via cavo e in streaming. Per il suo nuovo progetto, Lee ha intervistato circa 200 newyorchesi e testimoni di prima mano: l'obiettivo e' di mettere in luce la resilienza della citta' anche attraverso il prisma della crisi del Covid che in questi giorni sta arrivando all'anniversario del primo lockdown.
Il messaggio e' chiaro: se ce l'ha fatta dopo l'11 settembre, New York ce la puo' fare anche stavolta, a dispetto delle immagini di desolazione, gli uffici chiusi, i negozi vuoti sbarrati e gli homeless tornati a dormire in strada. "Per uno il cui sangue e' arancione e blu (i colori della metropoli), sono orgoglioso di avere uno 'Spike Lee joint' (come il regista di solito definisce i suoi film, ndr) sulla nostra/mia citta' alle prese con le stragi e con il Covid. Per i secoli - ha detto Lee - soloni e gente carica di odio hanno proclamato New York morta e sepolta, solo per essere sconfessati. Se scommetti contro New York perdi i tuoi soldi".
"NYC Epicenters" e' l'ultimo progetto del 63enne regista afro-americano con Hbo dopo "4 Little Girls", "When the Levees Broke" sul dopo uragano Katrina e piu' di recente il film-concerto "David Byrne's American Utopia".
A maggio Lee aveva dedicato un corto a New York in isolamento dal titolo semplicemente 'New York, New York'. Sulle note dell'omonima canzone di Frank Sinatra, il regista di "Da Five Bloods" aveva puntato la macchina da presa su luoghi che altrimenti sarebbero stati affollati e invece erano vuoti come le strade, le stazioni della metropolitana, i teatri di Broadway, Wall Street, Times Square, stadi e le arene sportive.
E poi scene di ospedali, operatori sanitari e ambulanze in corsa contro il tempo per salvare, gente con la mascherina che fa la fila per entrare nei supermercati. Il corto finiva con l'Empire State Building illuminato di rosso a luci intermittenti che lo lo facevano sembrare come un cuore che batte
   

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