(di Francesco Gallo)
Il documentario AS I WANT, scritto e
diretto da Samaher Alqadi nella sezione Incontri della
Berlinale, vede la regista palestinese, alla sua opera prima,
dire con forza la sua sulla battaglia delle donne egiziane, e
non solo, per i loro diritti.
L'inizio del suo processo di coscienza coincide con la sua
gravidanza, evento che necessariamente la invita a riconsiderare
il suo ruolo di donna, madre e figlia all'interno della società
musulmana.
Il film così non a caso è intervallato anche dalle conversazioni
immaginarie della regista con la madre, che le permettono di
risalire al suo doloroso passato di donna a Ramallah.
Nel docu, da una parte la rivolta delle donne nei giorni prima
della caduta di Morsi e dall'altra gli effetti che il violento
clima socio-politico e l'oppressione delle donne hanno avuto su
di lei, sui suoi cari e sulla comunità.
Tra le scene cult del film, quella in cui la regista che si
ritrova a parlare con un gruppo di ragazze che indossano
l'hijab, che le fanno notare come il suo modo di vestire
occidentale sia inadeguato, qualcosa di cui vergognarsi. E,
sempre nella stessa scena, dei ragazzi molto giovani non si
fanno alcuno scrupolo nel dire col sorriso sulle labbra che
avrebbero sicuramente divorziato da una donna come lei che
mostra così tanto le gambe.
Tutto parte dal Cairo il 25 gennaio 2013 quando numerose
aggressioni sessuali si consumano in piazza Tahrir nel secondo
anniversario della rivoluzione. In risposta, una massiccia e
immediata ondata di donne inferocite riempie le strade. È allora
che la Alqadi prende la sua macchina fotografica e inizia a
documentare la crescente ribellione delle donne.
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