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Back to the Future, il Prix Italia della ripartenza

Back to the Future, il Prix Italia della ripartenza

In gara, 250 titoli da 65 broadcaster e 38 Paesi

ROMA, 23 settembre 2020, 09:31

di Daniela Giammusso

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 In gara, il meglio di programmi, serie e documentari da tutto il mondo. Con 250 titoli da 65 broadcaster e 38 Paesi dei cinque continenti. Oltre a incontri, omaggi e anteprime di quel vedremo nella prossima stagione. E' la 72/a edizione del Prix Italia, la rassegna internazionale promossa dalla Rai sin dal 1948 per presentare creatività, innovazione e qualità del meglio di Radio, Tv e Web da tutto il mondo. E che anche in questo difficilissimo anno, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, torna a premiare le sue 12 categorie, con un'edizione dal titolo "Public Service and the Virtual Newsroom: Back to the Future?", che dal 24 al 26 settembre, per la prima volta dall'emergenza Covid19 riunirà fisicamente al Maxxi di Roma i rappresentanti delle emittenti più importanti al mondo a scambiarsi competenze e visioni.
"Non era affatto scontato che oggi potessimo essere qui - ammette il presidente Rai, Marcello Foa - Un'edizione che abbiamo fortemente voluto e, almeno in parte, voluto in presenza, nel pieno rispetto di tutte le misure di sicurezza, proprio perché fosse un segnale di fiducia nella ripresa. Un grande servizio pubblico - spiega - deve reagire alla crisi e in questa pandemia la Rai", che, come l'Italia, per prima si è trovata ad affrontare il lockdown nel mondo occidentale, "ha fatto scuola agli altri paesi. Oggi vogliamo farlo anche nella ripartenza". A cominciare dai giovani e dall'accordo siglato tra Foa e il presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Ferruccio Resta, per spalancare le porte della rassegna agli studenti universitari nei prossimi tre anni (a loro anche l'onore di un Premio speciale da assegnare).
"Nonostante la crisi non ci siamo mai fermati", prosegue il segretario generale del Prix Italia, Annalisa Bruchi, presentando la nuova edizione insieme al presidente Graham Ellis e al Direttore di produzione Tv, Roberto Cecatto. Anzi, dice, "abbiamo avuto dieci nuovi emittenti iscritte da otto Paesi" come Colombia, Danimarca, Francia, Monaco, Regno Unito, Thailandia, Uruguay e Venezuela. "Anche se ridotto - aggiunge - il calendario è molto ricco: cerimonia di inaugurazione", cui è attesa la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e poi "conferenze, BBC Lecture, anteprime e una parte importante dedicata all'YLAB animato dagli studenti delle Università pubbliche del Lazio". Quanto ai temi, "molti prodotti presenti raccontano la pandemia nel mondo. Sarà un modo anche per condividere esperienze e soluzioni". Due le produzioni Rai nella short list finale: "Labanof, corpi senza nome dal fondo del Mediterraneo" di Radio3 (sezione Radio Documentary" e "La mia jungla" di Rai Fiction (Web Fiction).
Tra gli eventi, già oggi, l'omaggio a Sergio Zavoli con Renzo Arbore, Michele Mirabella e Renato Parascandolo; domani, per Rai2 "Fenomeno Ferragni" con Simona Ventura che intervista Chiara Ferragni e per Rai 4 "Stranger Tape In Town" con Ema Stockholma. E ancora, il 25, l'anteprima Rai Cultura di "Sinfonie di Rinascita (2020)", in onda su Rai5, e quella di Rai Fiction "Io ti cercherò" con Alessandro Gassmann. Mentre il 26 per "Sapiens. Un solo pianeta" Rai3 presenta la puntata "La vita dal fuoco - Storie di uomini e vulcani" di Mario Tozzi e Rai Cinema il film "The Rossellinis", dalla 77/a Mostra del cinema di Venezia. I vincitori saranno annunciati durante la Cerimonia del 25 settembre al MAXXI, visibile anche in streaming e tradotta nel linguaggio dei segni su www.prixitalia.rai.it.
Dopo il lockdown, commenta la sindaca della capitale Virginia Raggi, "quello che sta emergendo è la nostra capacità di adattamento. Roma - dice - è stata la prima città del progetto 100 Resilient Cities. Ottimo il Prix Italia in presenza, ottimo sfruttare tecnologie e nuove forme di connessione. Questa pandemia ha fatto da catalizzatore di tante trasformazioni di cui prima si sentiva solo parlare e che ora, finalmente, vediamo in atto".

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