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Alibi.com, il sogno proibito dei fedifraghi

Alibi.com, il sogno proibito dei fedifraghi

In sala pochade francese su un agenzia al servizio degli amanti

26 settembre 2017, 11:49

Francesco Gallo

ANSACheck

Locandina Alibi.com - RIPRODUZIONE RISERVATA

Locandina Alibi.com - RIPRODUZIONE RISERVATA
Locandina Alibi.com - RIPRODUZIONE RISERVATA

C'è un sogno proibito dei fedifraghi e fedifraghe di tutto il mondo? Sicuramente sì: quello di tradire in tutta tranquillità il proprio compagno. Non solo. Quello di fare un weekend a Cannes e poi portare i formaggi tipici di un'altra zona di Francia dove un convegno di lavoro ci ha maledettamente destinati. È quello che appunto promette Greg (Philippe Lacheau), protagonista e regista di Alibi.com, commedia francese piena di colpi di scena e pochade in sala dal 28 settembre al cinema distribuita da Medusa. Questa provvidenziale azienda al servizio di ogni bugiardo a cui serva un alibi è gestita dal dinamico Greg insieme al suo impacciato socio Augustin (Julien Arruti) e con Medhi (Tarek Boudali), nuovo rampante impiegato ma con un problema non da poco: soffre di narcolessia.
    Tutto ha previsto Greg pur di rendere soddisfatti i suoi clienti. Doppie carte di credito, foto ambientate nel luogo dove si dice di essere andati, telefonate di copertura, ma una cosa proprio non poteva prevederla, innamorarsi di una donna così intollerante alle bugie da lasciare il suo ultimo fidanzato perché l'ha ingannata a Risiko.
    Flo (Elodie Fontain), una bella bionda che detesta più di tutti gli uomini bugiardi, complicherà molto la vita di Greg che è impossibilitato a dire la vera natura della sua attività. Ma quando conoscerà i suoi genitori, Greg capirà che Gérard (Didier Bourdon), il papà di Flo, felicemente sposato con Marlene (Nathalie Baye), è uno dei suoi clienti.
    "Intorno al 2009, insieme a 'Babysitting' mi è venuta l'idea di due film allo stesso momento, li ho proposti e il primo che è andato in porto è stato proprio 'Babysitting'. Poi abbiamo continuato con 'Babysitting 2', ma avevo sempre in mente l'idea di Alibi.com, in cui credevo molto".
    E continua il regista-attore: "Avevo visto un reportage in televisione sulle società che forniscono alibi, società che esistono davvero. Ti aiutano a tradire il partner, a mentire alle persone che ti sono vicine. Trovavo comunque che fosse un tema fantastico per una commedia. L'attività di queste aziende tocca molti settori ma, per restare nella legalità, non possono intervenire nel mondo del lavoro, trattare con minorenni o fornire ricette mediche false.
    Nel reportage c'era poi l'esempio, che abbiamo raccontato nel film, della donna che dice al marito di seguire corsi di pasticceria. Mentre sta con l'amante, la società di Alibi.com prepara dei dolci che lei passa a prendere prima di tornare a casa per portarli al marito. Abbiamo cercato di spingerci il più lontano possibile - conclude- , di immaginare le cose più incredibili, ma la realtà era sempre avanti a noi. Abbiamo scoperto, ad esempio, che un tizio era arrivato addirittura a dire alla propria compagna di essere in prigione".   

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