Qualcuno si dirà: ce n'era davvero
bisogno a 42 anni di distanza? La tempistica è probabilmente
sbagliata, ovvero far uscire l'8 marzo con la Eagle Pictures,
nel giorno della Festa della donna e a meno di un mese
dall'ennesima strage (quella del liceo Parkland in Florida), il
remake de Il giustiziere della notte, questa volta firmato da
Eli Roth.
Un film fotocopia, almeno in quanto a trama, con il ritorno
del mitico ruolo che fu di Charles Bronson, e ora di Bruce
Willis, cittadino anche troppo onesto che diventa una sorta di
feroce Rambo dopo un attacco alla sua famiglia da parte di un
delinquente comune. Da qui una levata di scudi da parte di più
di un critico Usa. Alan Zilberman del Washington Post scrive su
twitter: "Il giustiziere della notte è così chiaramente fascista
che tutti i radicali di destra avranno un'erezione alla sola
vista del trailer". Scott Mendelson di Forbes aggiunge: "Non
posso pensare a un'idea più sbagliata in questo momento storico
del racconto di un adulto bianco che si arma e comincia a
sparare". Joshua Rivera su GQ la mette ancora di più sul
politico, facendo capire come il film alla fine strizzi l'occhio
a Donald Trump: "Questo film, tra codardia e opportunismo, ha in
più la retorica dell'escalation criminale in un momento storico
in cui rimane invece a livelli molto bassi".
Polemiche che hanno avuto il loro effetto, prima annichilendo
l'attività stampa del film e poi facendo prendere le distanze
dagli armamenti a un Bruce Willis tradizionalmente repubblicano:
"Le armi fanno paura, le prendo sul serio e non ci si scherza -
ha detto l'attore -. Occorre maneggiarle con cautela, come ho
già detto in passato, comunque sono per la libertà di avere
un'arma, ma con responsabilità e dovute precauzioni".
Per quanto riguarda la storia de Il giustiziere della notte,
troviamo il pacifico chirurgo Paul Kersey (Willis) che capisce
quanta violenza ci sia davvero nella sua Chicago solo quando
moglie (Elisabeth Shue) e figlia (Camila Morrone) vengono
aggredite nella loro ricca casa. Di fronte alle lentezze e
all'incapacità della polizia, Paul è sempre più desideroso di
vendetta, ma ci mette il suo tempo per armarsi e sparare.
Anche grazie all'utilizzo dei social, l'uomo diventa in breve
tempo un mito, catturando l'attenzione dei media e della
cittadinanza che si chiede chi sia questo giustiziere. Ma anche
la polizia si mette ovviamente sulle sue tracce cercando di
capire chi le sta rubando il mestiere.
Frase cult del film? Quella dolce e minacciosa di Paul Kersey
quando dice: "La mia famiglia era tutto per me e non ho saputo
proteggerla".
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