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L'austerità è rivoluzionaria e fa crescere

In libreria il nuovo saggio di Veronica De Romanis

(ANSA) - ROMA, 10 GIU - VERONICA DE ROMANIS, "L'AUSTERITÀ FA CRESCERE", (MARSILIO, 160 PAGINE, EURO 13,60)

L'austerità fa crescere ed è anche rivoluzionaria. Non ha dubbi Veronica De Romanis economista, esperta di Germania, che al nodo della necessità di austerity per invertire la marcia e tornare a far crescere l'Italia, dedica il suo nuovo libro: illustrazione di copertina, a scanso di equivoci, una fila di formichine che trasportano foglie molto più grandi di loro.

    Il volume analizza tutti gli elementi portati a sostegno di chi da anni sostiene che le misure di austerità siano inutili quando non anche controproducenti: una scorciatoia per il consenso perché "Contro l'austerità si vincono le elezioni. Ma non si governa" come titola un capitolo, mentre: "Con l'austerità si vincono le elezioni. E si governa" afferma il successivo. Non tutti i piani di austerity, però - dice De Romanis - sono efficaci. C'è l'austerità buona, come definita da Mario Draghi che prevede meno tasse e una spesa concentrata su investimenti e infrastrutture e che fa tornare la crescita, rende l'economia dinamica e fa anche vincere le elezioni come è accaduto in Lettonia e nel Regno Unito, o di ottenere la maggioranza dei voti, in Portogallo e in Spagna. C'è invece quella cattiva che privilegia l'aumento delle tasse a scapito di tagli della spesa improduttiva e può alimentare il populismo. In Italia, dopo il passaggio con il governo Monti - 'costretto' per evitare il default del paese - a un certo tipo di misure, non è stata mai fatta una vera politica di austerità virtuosa' e si è preferito cavalcare, insieme alla Francia politiche espansive che non hanno fruttato sotto il profilo della crescita e non hanno neppure arrestato i nascenti populismi.

    Ed ora in Europa ad essere in difficoltà proprio le economie che non hanno messo i conti in ordine: per esempio la Francia e l'Italia, quest'ultima, in particolare, "vero e proprio fanalino di coda".
    "A conti fatti - conclude quindi l'autrice - seguire politiche di rigore" "è fondamentale sotto molteplici aspetti: per lo sviluppo, per l'occupazione, per contare in Europa", ma non solo: serve anche a creare una nuova cultura di sobrietà nell'amministrare e nel governare, essendo responsabili dei propri limiti e individuando prospettive certe: insomma una rivoluzione.
   

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