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Giulia Florio raccontata dalla figlia Costanza

Giulia Florio raccontata dalla figlia Costanza

Nel "L'Ultima Leonessa" la storia dell'ultima discendente Florio

ROMA, 23 giugno 2020, 10:10

Gianni Pettinelli

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Giulia Florio, L 'ultima leonessa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulia Florio, L 'ultima leonessa - RIPRODUZIONE RISERVATA
Giulia Florio, L 'ultima leonessa - RIPRODUZIONE RISERVATA

 COSTANZA AFAN DE RIVERA. L'ULTIMA LEONESSA. LA VITA DI GIULIA FLORIO, MIA MADRE (Sperling & Kupfer, pp.304; 16,90 euro) Nel L'ultima leonessa, attraverso gli occhi della figlia Costanza Afan de Rivera, rivive la figura forte ma schiva di Giulia Florio, l'ultima discendente della leggendaria famiglia che ha dominato la scena siciliana e quella nazionale tra il XIX e il XX secolo.
    Per la prima volta la storia dei Florio, a partire da donna Franca, madre di Giulia, viene raccontata dalla prospettiva intima ed esclusiva di una componente della famiglia, immergendoci in un mondo affascinante e ormai scomparso. Giulia nasce a Palermo nel 1909, al declino della fortuna della famiglia e all'ombra di una madre ingombrante, bellissima e carismatica, da cui eredita il carattere di combattente indomita e nient'altro. Presto, infatti, ai fasti della belle époque seguono anni difficili e la vita e le abitudini dei Florio cambiano lentamente ma inesorabilmente. Giulia però non si lascia abbattere, raccoglie i cocci e ne fa risorse. Si trasferisce a Roma, studia, lavora tenacemente, rinasce dalle avversità, costruisce da zero la propria autonomia. Sposa il marchese Achille Belloso Afan de Rivera Costaguti, è madre di cinque figli, cura con immenso amore la sua famiglia e partecipa intensamente agli eventi cruciali del suo tempo. Durante la seconda guerra mondiale affronta con fiera determinazione il criminale nazista Herbert Kappler e, mostrando straordinario coraggio, non esita a salvare la vita di molte famiglie di ebrei romani che, rifugiati presso il loro palazzo, riescono a sfuggire alla deportazione. "Mia madre - scrive Costanza Afan de Rivera - è stata una donna con una grande dignità, anche nei momenti difficili ha guardato la vita a testa alta. Durante l'occupazione nazista, insieme a mio padre non hanno esitato nel nascondere famiglie di ebrei all'interno del Palazzo. Era giusto farlo, anche al rischio della propria vita".
   

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