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Teresa Ciabatti, il mio 'Sembrava bellezza'

Mondadori

Teresa Ciabatti, il mio 'Sembrava bellezza'

Scrittrice, "i disagi possono diventare privilegi"

ROMA, 03 febbraio 2021, 10:44

(di Mauretta Capuano)

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Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti - RIPRODUZIONE RISERVATA

TERESA CIABATTI, SEMBRAVA BELLEZZA (MONDADORI, PP 239, EURO 18,00). Parte dall'adolescenza, poi diventa altro, ribalta tutto, il nuovo attesissimo romanzo di Teresa Ciabatti, 'Sembrava bellezza', in libreria per Mondadori, in cui torna la voce de 'La più amata', con cui la scrittrice è stata vicina alla vittoria del Premio Strega 2017.
    "Quando vedo la disperazione e la sofferenza delle ragazzine mi viene da dire: 'stai tranquilla, che passa!'. Poi so che non ha senso, lo dice un'adulta, mi manderebbero a quel paese. Non credo che l'adolescenza sia l'età più bella. E' un'età di grandissima sofferenza. Come me che ero la cicciona in un angolo, protagonista di niente, e quindi ho allenato lo sguardo da testimone che mi ha fatto diventare scrittrice" dice all'ANSA la Ciabatti.
    "Tutto quello che in giovinezza ci sembra un disagio, una frustrazione, una mancanza, poi magari diventa un privilegio" spiega. Ed è quello che è accaduto a lei e di cui ci racconta nel romanzo, ma con un gioco spiazzante tra realtà e finzione in cui l'autobiografia e l'autofiction in realtà non ci sono. "Di reale c'è il mio corpo, la mia vecchiaia e la mia età. Il resto è tutto invenzione, manipolazione. I quadretti più fedeli sono quelli dell'adolescenza. Il narratore che parla è altamente inattendibile" spiega la Ciabatti che è cresciuta a Orbetello, vive a Roma e ha una figlia di dieci, non di venti come quella del romanzo, e non è separata dal marito, come nella storia.
    La voce narrante è una scrittrice di successo di 47 anni che da ragazza è rimasta in disparte e, ora che è nell'età di mezzo ripensa alla sua vita, alle sue amiche Federica, a cui dedica il libro, e Livia, la più bella di tutte. "Ma non esistono. E' tutta una finzione" dice la scrittrice. "Livia è tutte le ragazze bellissime che ho incontrato. Tutto il mondo che io guardavo e non mi vedeva. Non sono stata la giovinezza di nessuno perchè nessuno si ricorda di me al liceo, a scuola. Io invece sapevo tutto dei miei compagni".
    L'odio, l'invidia, per nulla mascherati, sono grandi protagonisti di 'Sembrava bellezza' dove vengono normalizzati.
    "Nell'amicizia è normale la competizione, l'invidia. C'è in tutti i rapporti un' alternanza di questi sentimenti. Non esiste qualcuno che ama in modo statico. Per fortuna i sentimenti mutano, cambiano" dice la Ciabatti.
    Ma perchè parla di vecchiaia a 47 anni? "Non sono mai stata una ragazza adatta alla giovinezza, ero fuori tempo. Questa età di mezzo è la mia dimensione. Ora finalmente posso fare quello che mi pare, non vivo il tormento di quello che c'è fuori. In realtà non sono anziana però mi godo, con un corpo in salute di mezza età, i privilegi della vecchiaia" spiega.
    Sempre spudorata, fastidiosa, la voce narrante è un po' meno aggressiva de 'La più amata' perchè a parlare non è più una bambina, bensì una donna che ha vissuto la rivalsa, ma sente il tempo che passa. "Su chi ti prendi la rivalsa? Sono tutti cresciuti, ingrassati, con una vita più triste della protagonista. Più si va avanti, più si è tristemente uguali. Il fuoco della rivalsa si spegne. Questo è il romanzo dell'inutilità della rivalsa" sottolinea la Ciabatti che dopo la fiammata de 'La più amata' si è molto spaventata. "Ci sono state reazioni aggressive, ma non mi posso lamentare. Venivo da romanzi che non aveva letto nessuno e ho deciso di fare questo finto memoir con un alter ego diverso, una specie di braccio armato di quello che non sono mai stata io. La possibilità di mettere sulla pagina una spavalda e incosciente che dice tutte le parole che tu non hai mai detto e fa tutti i gesti che tu non hai mai avuto il coraggio di fare è stato divertente, ma mi sono trovata dentro un giochetto che, per carità, ho creato io, ma poi mi ha spaventata a morte". Così, prima di tornare a quella voce Teresa ha dovuto aspettare un po' di anni. "Poi mi sono resa conto di quanto per me fosse importante, quasi vitale, far vivere questo essere che non potrò mai essere. La differenza è che a questa età non succede niente e quindi questa voce è meno irritante, ti fa più tenerezza perchè si agita a vuoto" spiega la scrittrice.
    Tornerà al Premio Strega nell'edizione 2021 come sembra molto probabile dalle voci che circolano? "Non ho idea. Se mi devo basare sull'esperienza precedente, su come ero 4 anni fa, direi no, non sono pronta emotivamente. Ma devo vedere come reagiscono i lettori e anche io. Negli anni ho capito che è un po' l'accoglienza di un libro che ne determina il cammino. Se non hai quello giusto non ti giochi un'occasione" sottolinea.
    Con la pandemia, poi, "sono cambiate le proporzioni delle cose. Io non ho vissuto la privazione di libertà perchè di mio sono una che sta a casa. Ho sofferto per i ragazzi, per mia figlia. La sottrazione di esperienza e di confronto ha creato un trauma e ancora non ci rendiamo conto delle conseguenze".
    Ascesa e caduta percorrono 'Sembrava bellezza'e "li racconterò sempre perchè sono molto letterari" spiega e parla del romanzo come di un "Bel Ami al femminile" facendo riferimento al libro di Guy de Maupassant.
   

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