"La bolletta delle piccole imprese
italiane costa quasi il 50% in più rispetto all'Europa".
L'ennesima conferma dei costi sostenuti dalle aziende italiane
per approvvigionarsi di energia elettrica arriva
dall'Osservatorio energia 2017 del centro studi della Cna.
Il prezzo pagato dalle imprese in Italia, infatti, è
superiore di quasi 36 punti percentuali alla media continentale.
Con un differenziale che schizza al +45,4% per artigiani, micro
e piccole imprese dai consumi annui inferiori ai 20 megawattora.
Le imprese italiane, prosegue lo studio, sono svantaggiate anche
per una bolletta mal strutturata: sopportano infatti il prelievo
fiscale e parafiscale più alto d'Europa, del tutto indifferente
alle logiche del mercato, mentre la componente energia non
supera il 45% del prezzo finale. Si tratta di una circostanza
"estremamente critica per i consumatori, dato che è proprio
sulla componente energia che si esercita la concorrenza e
l'Italia utilizza la bolletta anche per finanziare politiche che
non hanno nulla a che fare con il consumo energetico dell'utente
finale e dovrebbero incidere sulla fiscalità generale".
Secondo il presidente della Cna Daniele Vaccarino "a pagare
più di tutti questa situazione sono le micro e piccole imprese,
svantaggiate non solo rispetto alla concorrenza europea ma anche
rispetto alle imprese più strutturate e con maggiori consumi.
Nel 2016 le piccole imprese italiane hanno sopportato oltre un
terzo (il 35,2%) degli oneri generali complessivi del sistema
(in assoluto 5,6 miliardi) a fronte di un consumo pari al 25,9%
del totale. Viceversa, le imprese medio-grandi hanno sostenuto
il 34,1% degli oneri complessivi con un consumo del 35,6% del
totale. E le imprese energivore hanno acquistato il 14%
dell'energia consumata contribuendo, però, solo al 7,4% degli
oneri complessivi". La Cna ribadisce quindi la necessità di
operare una riforma degli oneri generali di sistema.
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