Due pmi su tre in Italia sono a
"rischio default" a causa dell'emergenza Coronavirus. Si tratta
di imprese che si collocano nella fascia di rating intermedio
(da BBB a B) con una situazione economico-finanziaria
equilibrata, pur se con margini complessi. E' quanto rileva
Modefinance, agenzia di rating fintech, che ha condotto una
simulazione su un campione rappresentativo di 187 mila pmi
italiane con fatturato tra 2 e 50 milioni.
"Se le prime della classe, le triple A, sono in grado di
superare con disinvoltura anche lo scenario più negativo, in cui
si ipotizza un calo del fatturato di almeno il 10%, per tutti
gli altri rating le probabilità di default sembrano destinate ad
aumentare", spiega Modefinance. Le imprese di classe B si
trovano nella situazione più critica con una probabilità di
default più che triplicata rispetto alla situazione attuale
(dallo 0,98% al 3,29%), in caso di scenario gravemente negativo.
Una percentuale ben superiore a quella della tripla C, che è
attualmente al 2,38%. In caso di scenario moderatamente
negativo, invece, "l'effetto del Covid-19 raddoppierebbe le
probabilità di default" e la contrazione generalizzata del
fatturato scenderebbe al 4%. Questo avverrebbe per tutti i
settori e le imprese considerate, quindi anche per quelle "non o
meno colpite dall'attuale situazione, come ad esempio la Gdo, il
settore farmaceutico o, ancora, le imprese che possono attivare
lo smart-working". Il campione è composto per il 60% da aziende
del Nord e soprattutto da manifattura e commercio (entrambi
vicini al 30% del totale) e la simulazione è stata effettuata
con il modello previsionale For-ST di Modefinance che utilizza
algoritmi di intelligenza artificiale.
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