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Coronavirus: oltre metà della Francia è 'zona rossa'. Crescono contagi anche in Belgio, Gb e Germania

Cinquanta dipartimenti corrispondenti alla maggioranza del territorio nazionale sono stati dichiarati "zona di circolazione attiva del virus"

Più della metà dei dipartimenti francesi sono ormai zona rossa, Madrid blinda nei loro quartieri quasi un milione di persone, il Regno Unito suona l'allarme ed evoca nuove possibili restrizioni per i cittadini, anche se esclude un secondo lockdown sul modello di quello primaverile: la seconda ondata del coronavirus allunga giorno dopo giorno la sua ombra sul Vecchio Continente, che lotta tra la volontà di mantenere aperte scuole e attività produttive, da una parte, e l'esigenza di tracciare e isolare rapidamente i nuovi contagi in costante crescita, dall'altra.

La Francia da giorni continua ad attestarsi sopra i 10.000 nuovi casi quotidiani e per l'allerta sanitaria più di 50 dipartimenti sono stati ormai dichiarati "zona di circolazione attiva del virus". Una classificazione che permette ai prefetti di adottare misure supplementari per bloccare l'avanzata del nemico invisibile ma che non si traduce - almeno per il momento - in un lockdown per la popolazione come quello sperimentato qualche mese fa.

La preoccupazione, anche se i numeri sono nettamente inferiori, monta anche nel Regno Unito. Secondo i consiglieri sanitari del governo di Boris Johnson, se il rimbalzo dei casi non sarà fermato immediatamente il Paese potrebbe ritrovarsi a ottobre con un livello di 50.000 contagi e 200 morti quotidiani, oltre dieci volte tanto rispetto ai circa 4.000 nuovi casi di questi giorni. A destare allarme è il trend già visto in altri Paesi come Francia e Spagna, dove l'infezione dai giovani è passata via via alle generazioni più anziane e si assiste ora a un nuovo aumento dei decessi. I professori Patrick Vallance e Chris Whitty hanno evocato nuove misure restrittive sui contatti sociali in gran parte del territorio del Regno e Johnson ha convocato una riunione ad hoc del comitato di emergenza governativo Cobra. 

Intanto, le nuove restrizioni annunciate nei giorni scorsi sono entrate in vigore in alcuni quartieri di Madrid e dell'hinterland della capitale spagnola. Le misure interessano 850.000 persone: potranno lasciare la loro zona solo per andare al lavoro, a scuola o per cercare assistenza medica. Anche qui non si parla di un lockdown in senso stretto: i cittadini potranno comunque circolare liberamente nei loro quartieri, anche se resteranno chiusi i parchi pubblici e caffè e ristoranti dovranno chiudere entro le 22.

Anche Monaco di Baviera, in Germania, stringe la morsa delle regole anti-Covid. Da giovedì prossimo sarà obbligatorio utilizzare la mascherina anche all'aperto, in alcuni luoghi del centro storico, e ci saranno severe limitazioni ai contatti: non potranno incontrarsi più di cinque persone. L'amministrazione locale ha preso la decisione alla luce dell'aumento dei contagi nel capoluogo del Land della Germania meridionale: nel weekend è stata superata la soglia limite di 55,6 nuovi casi per 100 mila abitanti in 7 giorni.

Al di là dell'Oceano, negli Stati Uniti, si viaggia intanto verso le 200.000 vittime da coronavirus mentre il numero di casi ha superato quota 6,8 milioni. Numeri che mantengono gli Usa al primo posto nella classifica mondiale dei Paesi più colpiti dal Covid-19. Una situazione in cui il presidente Donald Trump continua a guardare al vaccino come alla soluzione più vicina. E ribadisce la volontà di renderlo disponibile prima delle elezioni di novembre: ormai, assicura, è questione di "settimane, probabilmente entro la fine ottobre". 

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