L'anniversario del terremoto
''vuole essere anche sforzo di speranza, puntando a una visione
del futuro positiva anche se le difficoltà, gli ostacoli e gli
intralci della burocrazia spietata tentano di spingere lo
spirito a un realismo fatale che rasenta il fatalismo della
disperazione''. Così il vescovo di Ascoli Piceno mons. Giovanni
D'Ercole ad un anno esatto dal sisma che il 24 agosto 2016
sconvolse l'Italia centrale. ''Molto resta da fare - sottolinea
mons. D'Ercole -, la lentezza degli interventi pubblici in molti
l'hanno più volte sottolineata; la fatica che ci attende è
chiara a tutti, ma il coraggio e l'impegno hanno ripreso a
camminare sulle gambe della speranza''. Poi i simboli: ''i media
identificano questo terremoto come 'il terremoto di Amatrice'',
ma ''il luogo che più di ogni altro può mostrare l'energia
divoratrice del sisma è proprio Pescara del Tronto, dove non
trovi un masso, un muro, una mezza casupola in piedi, ma tutto
diventato poltiglia di ridottissimi rottami''.
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