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  • I nuovi agricoltori, hi tech, sostenibili e felici
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I nuovi agricoltori, hi tech, sostenibili e felici

Dalla riscoperta di antichi cani pastore a nuovi brevetti

ROMA ANSAcom

"Non pensavo di avere un futuro nell'azienda agricola di famiglia". "Ero all'estero, ho lavorato in Finlandia". "Ora mi sveglio la mattina, e vedo realizzato il mio sogno". Le voci degli imprenditori agricoli alla presentazione del nuovo bando della Banca delle terre, che consente ai giovani di acquistare 10 mila ettari di terreni a basso prezzo e con finanziamenti agevolati, raccontano un futuro che sembrava non esserci per loro, ma che sono riusciti a inventarsi da soli. C'è Dario Capogrosso che ha aperto un allevamento di cani pastore "che devono essere felici" a Tortona (Alessandria). E' andato a riscoprire e selezionare razze antiche tradizionali, che con la loro biodiversità rappresentano tanti modi diversi di dare protezione ai propri greggi. E ha concepito la propria attività, "Il pastore transumante" intorno alla ricerca del benessere del cane e degli animali che con lui convivono in azienda, come alpaca, capre, pecore, maiali e galline. L'attenzione all'ambiente e agli animali è uno dei fattori comuni delle diverse storie. Antonella Manuli dell'azienda di agricoltura biologica La Maliosa di Pitigliano (Grosseto) racconta la storia che l'ha portata a brevettare un metodo innovativo per la produzione di uva da tavola e di vino. Il metodo si focalizza sulla vitalità dei suoli e sulla salubrità dell'ambiente, dei produttori e dei consumatori. "Non pensate che solo le grandi aziende possano fare innovazione", dice ai tanti studenti presenti al Maxxi al convegno "Seminiamo il futuro". E' una storia di innovazione anche quella di Teresa Mannulli, che racconta come la sua azienda, che produce farro, frumento e altri cereali a Cerignola (Foggia), si distingue per l'uso di sistemi di agricoltura di precisione e di tecniche di agricoltura conservativa che contrasta il consumo di suolo. La scelta dei campi da parte di una nuova generazione di imprenditori, spesso con una laurea in tasca, si accompagna così a una ondata di innovazione. "Abbiamo rivoluzionato tutto", racconta Emanuele Pisaroni dell'azienda agricola Pizzavacca di Villanova sull'Arda (Piacenza) che ha investito motlo per chiudere la filiera e produrre sottoli, nettari di frutta e conserve di verdura senza conservanti e coloranti. In alcuni casi, è proprio l'esperienza oltre confine a far comprendere "il potere della tradizione", con le parole del viticoltore Rocco Vallorani di Ascoli Piceno. "Ho lavorato all'estero nel vino per otto anni e mi sono accorto c'è sempre più richiesta di vera agricoltura italiana artigianale", racconta motivando la sua scelta di tornare nell'azienda di famiglia e rilanciarla puntando sull'internazionalizzazione e la sostenibilità. Queste storie sono state rese possibili anche dalle varie forme di agevolazione a cui possono accedere gli agricoltori. Tiziana Rutigliano per la sua azienda vinicola a Foggia ha acquistato i terreni con la misura del Primo Insediamento di Ismea e "ora aprirò la mia cantina", anticipa, grazie ai finanziamenti agevolati del programma Resto al Sud.

In collaborazione con:
Ismea

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