"Quello che posso dire è che ancora
non è stata presa una decisione definitiva. Per il momento non
intendo dare adito ad altre speculazioni sulla Ryder Cup 2020 di
golf". Queste le dichiarazioni di Keith Pelley, CEO
dell'European Tour, a Sky Sport News.
La Ryder Cup statunitense di settembre (25-27) nel Wisconsin, a
causa della pandemia di coronavirus, resta in dubbio. L'ultima
parola sull'evento, tra l'ipotesi di slittamento al 2021 e
quella di mandarla in scena a porte chiuse (scenario fortemente
criticato dai big americani ed europei), spetterà alla PGA of
America in qualità di paese ospitante. Ma Pelley, ad
dell'European Tour, preferisce glissare sull'argomento.
"Dobbiamo ancora discutere con i nostri partner della PGA of
America e lo faremo a tempo debito. A oggi, comunque, la Ryder
resta in programma".
Per Rory McIlroy - numero 1 del golf mondiale che pochi giorni
fa ha dichiarato di avere il "sospetto" che la Ryder 2020 possa
essere posticipata di un anno, mostrandosi "favorevole" a questa
ipotesi - solo parole di apprezzamento da parte di Pelley. "Ho
parlato con lui molte volte negli ultimi mesi. E' persona
intelligente e brillante. Le sue dichiarazioni non rappresentano
un problema".
Mentre sulla questione relativa alle classifiche mondiali, ferme
da marzo, Pelley ha dichiarato che potrebbero esserci "novità
nei prossimi 7 giorni".
Se infatti il PGA Tour riprenderà la sua corsa l'11 giugno a
Fort Worth col Charles Schwab Challenge, l'European Tour ha
annunciato ieri che i tornei del massimo circuito continentale
ripartiranno il 22 luglio dal Regno Unito. Il dilemma riguarda
dunque il "restart" relativo alle classifiche mondiali che, se
dovessero tornare ad aggiornarsi dal 14 giugno, quando finirà il
Charles Schwab, potrebbero penalizzare molti big del golf che
non potranno essere presenti in America. Nonché i membri
dell'European Tour.
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