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'Libertà di parola' a Google su risultati del motore ricerca

Lo stabilisce Tribunale San Francisco dopo causa di un sito web

Google può mostrare e organizzare i risultati di ricerca del suo motore online nell'ordine che preferisce. A garanzia di questa facoltà il primo emendamento della Costituzione americana, quello che garantisce - fra le altre - la libertà di parola e stampa. È questo il succo di una sentenza di una Corte di San Francisco e di cui riferiscono i media d'Oltreoceano.

La decisione del tribunale, spiega il sito Gigaom, riguarda il caso sollevato da CoastNews: il sito sosteneva che Google mostrasse i suoi link in fondo ai risultati di ricerca sul web. Un posizionamento "ingiusto", secondo CoastNews, visto che le stesse news su altri motori online come Bing di Microsoft e Yahoo! apparivano invece al top dei risultati mostrati agli utenti. CoastNews si è anche spinta oltre: sosteneva pure che nel posizionamento 'basso' c'era l'intenzione di Google di "eliminare" CoastNews come potenziale concorrente.

Google, riporta Gigaom, ha risposto con una mozione che in gergo è indicata come "anti-SLAPP", che consiste in una tattica giuridica usata per contestare rapidamente cause che cercano di soffocare la libertà di parola. Il giudice l'ha quindi accolta stabilendo che le richieste di CoastNews contro Google sono correlate a "un'attività costituzionalmente protetta". La decisione è importante perché sono diversi i siti online che aggregano contenuti, come Yelp o Travelocity, che lamentano il potere di Google nelle ricerche online, accusandolo di favorire nei risultati delle ricerche web i contenuti dei servizi di Big G - che ora sconfinano dai ristoranti ai viaggi - a scapito di quelli di terzi, diretti concorrenti.

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