"Non mi sono dimesso volontariamente.
Sono stato minacciato di arresto. Il capo della Gendarmeria mi
ha intimidito per costringermi a firmare una lettera già
pronta". Lo dice Libero Milone, ex primo Revisore generale dei
conti vaticani, in un'intervista ad alcuni media, in cui svela i
retroscena delle sue dimissioni. "In Vaticano - aggiunge - negli
ultimi mesi sono filtrate notizie offensive per la mia
reputazione. Non potevo più permettere che un piccolo gruppo di
potere esponesse la mia persona per i suoi loschi giochi. Mi
spiace molto per il Papa". "Risulta purtroppo - replica la Sala
Stampa vaticana - che l'Ufficio diretto dal Dott. Milone,
esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una
Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita
privata di esponenti della Santa Sede. Questo costituisce un
reato ed ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel
Dott. Milone, che, messo davanti alle sue responsabilità, ha
accettato liberamente di rassegnare le dimissioni".
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