La strategia altoatesina nel
settore dei vini e dell'enologia punta tutto sulla qualità, e i
risultati sono estremamente positivi. Lo ha ribadito l'assessore
all'agricoltura, Arnold Schuler, nel corso di un incontro
svoltosi nei giorni scorsi a Laimburg con i rappresentanti della
categoria.
"Se consideriamo la piccola superficie di coltivazione
rispetto al resto d'Italia - ha detto Schuler - e la
raffrontiamo con il grande numero di etichette locali che
ottengono i massimi riconoscimenti, possiamo affermare che il
settore vitivinicolo altoatesino ha un'eccellente posizionamento
sul mercato: a livello nazionale e internazionale".
Per quanto riguarda il futuro, la sfida principale da
affrontare è quella legata alla sostenibilità della produzione,
"in maniera particolare - ha sottolineato l'assessore - con
riferimento agli aspetti economici, ecologici e sociali. Puntare
soltanto sulla massimizzazione del profitto, nel lungo periodo,
non porta a risultati positivi, la nostra forte presenza sul
mercato è legata alla qualità e alla capacità di garantire ai
singoli coltivatori una fonte di reddito sicura".
Uno dei nodi da affrontare nei rapporti con Roma è quello
legato all'applicazione delle direttive europee sulle nuove
piantagioni, che prevedono un tetto massimo per ogni anno pari
all'1% della superficie coltivata a livello statale: per l'Alto
Adige ciò significherebbe un margine di manovra davvero
limitato. "Occorre trattare con le autorità nazionali - ha
spiegato Arnold Schuler - per poter fare in modo che si tenga
conto delle caratteristiche locali, e che il tetto dell'1% venga
applicato non a livello statale, ma a livello regionale". Per la
Provincia di Bolzano, ciò significherebbe un potenziale di
crescita di circa 54,5 ettari l'anno, a fronte di un tasso medio
dell'ultimo decennio che si aggira sui 20-30 ettari l'anno.
"Ottenere quella cifra - aggiunge l'assessore - sarebbe già un
successo, ma il secondo problema è rappresentato
dall'assegnazione ai singoli coltivatori: ogni anno arrivano
oltre 700 richieste, e vi è la necessità di rivedere i criteri a
livello nazionale e locale".
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