Il 'Re delle bancarotte' per il commercio?

Redazione ANSA

Per alcuni e' il 'salvatore' di centinaia di aziende e migliaia di posti di lavoro. E nella Rust Belt c'e' chi lo considera una sorta di 'eroe', da sempre pronto a rischiare i propri soldi per non far morire alcune realta' produttive. Per altri e' solo un 'avvoltoio', un cinico investitore che fiuta le imprese fallite che possono dare profitti. Quindi le rileva e le rilancia a scapito dei lavoratori - a colpi di tagli al personale e di strette su salari e pensioni - per poi rivenderle a peso d'oro. Wilbur Ross, 78 anni, a capo di un fondo di private equity e in pole position per diventare il ministro del commercio nell'amministrazione Trump, e' da sempre un personaggio molto discusso. O lo si ammira o lo si disprezza. L'ultima volta che si era parlato di lui - prima dell'incontro di sabato scorso col tycoon - era stato in agosto, quando Ross patteggio' una multa da 2,3 milioni di dollari con la Sec, l'autorita' di Borsa. Ma la vicenda piu' nera della sua carriera fu quella della catastrofe della miniera di Sago Mine, in West Virginia, nel gennaio 2006, quando a seguito di un'esplosione morirono 12 minatori rimasti intrappolati. L'accusa fu quella di scarse misure di sicurezza. Ross usci' indenne dalla vicenda e vendette le miniere nel 2011 per 3,4 miliardi di dollari. Tra le sue operazioni piu' significative e 'spericolate', poi, l'acquisto nei primi anni 2000 di numerose imprese del settore dell'acciaio in crisi poi vendute al colosso Mittal per 4,5 miliardi di dollari. E ancora nel 2008, nel pieno della crisi finanziaria, l'acquisizione di quote di diverse banche americane ed europee fallite (tra cui Bank of Ireland da cui ebbe un ritorno di 600 milioni di dollari). Tutte mosse che hanno portato la sua ricchezza personale a 3 miliardi di dollari, un po' meno dei 3,7 miliardi di Trump, secondo Forbes. I rapporti col neo presidente - che Ross ha appoggiato in campagna elettorale dando anche un contributo alla stesura delle linee guida dell'agenda economica - non sono stati sempre di vicinanza. Negli anni '90 infatti rappresento' gli inferociti azionisti della societa' che gestiva le attivita' del casino' Taj Mahal, divenuto da fiore all'occhiello di Trump a zavorra dell'impero del tycoon. Ma i rapporti furono ben presto ricuciti, forse anche per la vicinanza fisica tra i due in Florida, con la dimora di Ross che si trova sulla stessa strada di Palm Beach dove sorge Mar-a-Lago, il 'castello' di Trump. Non sara' un compito facile quello dei membri del Congresso che saranno chiamati a confermare l'eventuale nomina di Ross. Molte saranno le domande sul suo passato e sulla sua attivita', che rischiano di entrare in conflitto con un ruolo di governo molto dedicato. Senza contare il conflitto di interessi legato alla partecipazione di Ross a parecchi consigli di amministrazione di aziende che vanno dal settore energetico a quello dell'acciaio. Tutte cariche dalle quali dovrebbe defilarsi. Come inevitabile sarà un distacco dalla sua attivita' di investitore, il prezzo da pagare per aver accettato di gestire l'unica vera battaglia sulla quale Trump al momento non sembra voler arretrare: quella contro la globalizzazione e per l'uscita degli Usa dai principali accordi di libero scambio. E quella della linea dura su dazi e cambi contro la Cina.

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