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Un italiano in Cina: la vela al tempo del virus

L'emergenza impone regole e detta i tempi anche allo sport

Responsabilità editoriale Saily.it

ESCLUSIVO, IL REPORTAGE DI ANDREA MANNINI DALL'ISOLA DI HAINAN - Sull'isola tropicale (dove c'è anche la città di Sanya, tappa Volvo Ocean Race) l'intera squadra e la preparazione olimpica dei velisti cinesi sono in "quarantena" dal 20 gennaio nell'hotel che ospita atleti e tecnici, di fronte al mare dove si allena. Misure di prevenzione eccezionali. Via la mascherina solo a ormeggi mollati. Controlli sanitari. Si mangia a tavola da soli. Tra paura e forza "Cina puoi farcela". Come cambiano i programmi - FOTO

 

L'allarme e l'epidemia del "Coronavirus", o Covid-19 come si chiama scientificamente, continua. In Cina le misure sono immense e straordinarie, se si pensa che quasi 100 milioni di persone sono di fatto in quarantena, ovvero praticamente bloccate nelle loro attività e negli spostamenti. Lo sport (ne abbiamo già parlato su Saily per primi QUI, e adesso tutti ne scrivono, grandi eventi sono cancellati o rinviati, e il CIO e TOCOG (gli organizzatori di Tokyo 2020) si barricano in difesa del regolare svolgimento dell'Olimpiade in Giappone.

Olimpiade che avrà comunque sicure conseguenze per molti atleti cinesi in tanti sport: saltate prove di qualifica e selezione previste nel mondo, per il blocco dei voli da e per la Cina, alcune federazioni internazionali di singoli sport trattano col CIO una revisione delle regole per aiutare gli atleti cinesi. Nella migliore delle ipotesi la squadra della Cina (da vent'anni ai primi tre posti del medagliere olimpico, che ha vinto a Pechino 2008) avrà parecchi atleti in meno, o con preparazioni incomplete o ridotte.

LA ROLEX CHINA SEA RACE 2020 RINVIATA AL 2021- Una delle ultime notizie arriva dal Royal Hong Kong Yacht Club, che ha annunciato la decisione di rinviare di un anno la Rolex China Sea Race, prevista in partenza il prossimo 8 aprile. Il procedere dell'epidemia di Covid-19 virus, si legge in un comunicato del circolo, ha portato come conseguenza delle incertezze sulle iscrizioni e sulla rotta. La Rolex China Sea Race si svolgerà dunque nel 2021, poi la regata tornerà alla sua cadenza biennale (le prossime tre edizioni saranno nel 2021, 2022 e 2024). C'è però anche la voglia di non mollare: il club ha annunciato che a Pasqua di quest'anno si correrà comunque una regata offshore di circa 400-500 miglia con ritorno al porto di partenza, i cui dettagli saranno comunicati a breve. www.rhkyc.org.hk

VELA OLIMPICA - La situazione della Vela e dei velisti cinesi (la vela è uno sport cresciuto molto nel paese, con l'approccio tipico della grande nazione a tutte le discipline: organizzazione ferrea, mezzi ingenti, preparazione mostruosa: risultato 2 ori, 3 argenti, 1 bronzo dal 1992 a oggi) in questa fase dell'emergenza è raccontata in questo breve e intenso report dell'italiano Andrea Mannini, sanremese, socio della veleria Zaoli Sails, guru del design delle vele per derive, coach della classe 470, ha seguito i croati Fantela e Marencic, oro a Rio 2016, poi è stato consulente tecnico della squadra olimpica inglese, alla quale è stato letteralmente strappato dalla Cina. Per i cinesi è head coach della classe 470 maschile e femminile, nonchè consulente tecnico per la squadra.

Andrea ci ha raggiunto telefonicamente: "Da alcune settimane ormai, da quando sono comparsi i primi casi anche sull'isola tropicale di Hainan (quella dove c'è anche Sanya, porto di arrivo di una tappa dell'ultima Volvo Ocean Race, ndr), le direttive per tutti gli sport sono state estese anche alla squadra della vela. Di fatto siamo in una sorta di quarantena, con misure eccezionali e organizzazione ferrea, possiamo uscire dal nostro hotel solo per andare al centro nautico e uscire in mare, il tutto sotto controlli e specifiche sanitarie straordinarie. Tutti sono molto calmi ma fermi e risoluti nel rispetto delle regole date. Ma cominciamo a essere stanchi e speriamo che le cose evolvano positivamente."

Mannini e la squadra dovrebbero riuscire a partire per l'Europa per le regate previste in Mediterraneo: "Dovrei rientrare in Europa la settimana prossima, prima a Londra, dove vivo, e poi a Sanremo alla veleria Zaoli per preparare tutto il materiale e le vele da inviare ai mondiali. Mi ritroverò con la squadra a Palma de Mallorca il 2 marzo, sperando che la Spagna conceda i visti. Al momento c’è il via libera sia da Pechino che da Madrid per la partenza, ma sfortunatamente i Laser Radial e le tavole RSX, come già accaduto a 49er, FX e Nacra, non possono partecipare ai Mondiali visto che l’Australia ha revocato tutti i visti."

Ecco il suo intenso reportage da una vicenda che racconta, allo stesso tempo, lo spirito sportivo, la consapevolezza del problema sanitario in atto, la ferrea organizzazione cinese nell'affrontarlo e la partecipazione di tutti all'impresa di bloccare il virus...

 

LA VELA AL TEMPO DEL VIRUS

di Andrea Mannini

Haikou, 15-02-2020

L’isola di Hainan, nel Mar Cinese Meridionale, è una bellissima isola tropicale, con condizioni climatiche perfette per gli allenamenti invernali, ma da settimane, con centinaia di persone contagiate dal Coronavirus, non si può di certo definire un’isola felice.

La cosa che fa più impressione è il silenzio. Le strade sono praticamente deserte e gli unici suoni che si percepiscono sono quelli della natura, una cosa normalmente apprezzabile ma di sicuro inquietante considerando che la città di Haikou, da dove sto scrivendo, ha più di due milioni di abitanti. I pochi rumori che si sentono invece, sono i megafoni della macchina della polizia che invitano le persone a rimanere in casa e a indossare le mascherine qualora fosse strettamente necessario uscire.

Sono arrivato in Cina il 10 gennaio per completare l’ultimo blocco di allenamenti in preparazione dei prossimi mondiali 470 di Palma de Mallorca. Il vento sempre perfetto, sole e caldo, e tutta la squadra di ottimo umore. Lo scorso gennaio era infatti un mese molto speciale in Cina, grazie alla ricorrenza del Capodanno lunare Cinese e dei lunghi festeggiamenti. Finalmente alcuni atleti avevano qualche giorno libero per tornare a casa dalle famiglie, un evento piuttosto raro in Cina, dove tutti i membri delle squadre nazionali devono rimanere con le federazioni 11 mesi all’anno.

Tutto apparentemente perfetto, fino a quando il 21 gennaio è arrivata la comunicazione dal governo cinese a tutte le federazioni sportive che, per preservare la salute degli atleti, tutte le vacanze e i permessi di uscita erano stati annullati. Dopo 48 ore, il 23 gennaio, in concomitanza con la chiusura della regione del Hubei, la federazione ha ricevuto un avviso ancora più grave, che imponeva la messa in quarantena della nostra base e di tutte le basi delle squadre olimpiche cinesi.

La base della Federvela Cinese è un grade hotel di fronte alla marina di Haikou. All’interno ci sono tre palestre, i centri fisioterapia, le macchine di crioterapia, varie sale riunioni, le sale per i debriefing con gli atleti e i nostri uffici. Per fortuna non ci manca nulla e possiamo continuare gli allenenti, ma senza la libertà di lasciare mai la base.

Non abbiamo il permesso di uscire all’aperto se non per recarci agli allenamenti in mare e indossando sempre le mascherine.  Le uscite di sicurezza sono state chiuse con delle catene, gli ascensori bloccati e in tutto l'edificio è rimasto operativo un solo ingresso, sorvegliato dalla polizia. Inoltre, da quando è stato lanciato l’allarme Coronavirus, gran parte del reparto tecnico, media e tutto il personale di servizio che si occupa della parte alberghiera è stato mandato via. Meno persone sono infatti sicuramente più facili da controllare, specialmente in una situazione di emergenza.

COME CI ARRIVA IL CIBO - Vista la nostra messa in quarantena ovviamente nessuno può andare a fare la spesa. Tutto quello che ci serve viene quindi consegnato settimanalmente, ma con una procedura che ricorda la scena di qualche film apocalittico. Non appena gli addetti alle consegne hanno scaricato il furgone e lasciato il parcheggio, il personale di cucina esce per recuperare la merce indossando tute usa e getta, occhialini, mascherine e guanti. Tutte le scatole vengono quindi disinfettate, disimballate all’aperto e poi ovviamente tutti gli alimenti vengono sempre cotti.

Le regole all’interno della base si sono irrigidite, specialmente nell’ultima settimana. Adesso, non possiamo più andare a mangiare liberamente negli orari di apertura del ristorante. Siamo divisi in tre gruppi in modo da avere un tavolo per persona, bisogna lavarsi le mani col disinfettante prima di entrare, indossare la mascherina quando si va al buffet e soprattutto non si può più parlare. Il protocollo di sicurezza imposto dal governo è rigido, e la federazione sta attuando tutte le procedure per preservare la squadra da ogni possibile rischio di contagio.

Tutti qui ci chiediamo quale sia la realtà. La squadra continua comunque ad allenarsi e durante la settimana la routine di allenamento è sempre la solita, ma nel weekend e in tutti i momenti liberi, si avverte molta ansia. Tutti sono incollati ai telefonini per cercare informazioni sul virus o al telefono con le famiglie. Personalmente cercherò di utilizzare questo 'imprigionamento' per approfondire la preparazione mentale di alcuni atleti, e per analizzare meglio alcuni dati raccolti negli ultimi mesi. Certo mantenere la motivazione e l’umore alto sono delle sfide che vanno affrontate quotidianamente.

 (ALTRE FOTO NELLA SEZIONE IMMAGINI)

Sul gruppo wechat (whatsapp cinese) della squadra Olimpica, la presidente della Federazione Cinese invia ogni mattina il link con gli aggiornamenti riguardanti i numeri del virus: quanti nuovi contagiati e quanti morti. Il messaggio è accompagnato da emoji di garofani… tutti rispondono cosi: garofani, bandiera cinese, e la scritta: Cina puoi farcela.

Responsabilità editoriale di Saily.it