Vive a Berlino ed è un migrante di
fatto anche lui, lontano dal paese d'origine, la Cina, che lo ha
ostacolato in ogni modo, arrestandolo, sottraendogli anni fa la
possibilità di viaggiare, 'confinandolo' nello studio a Pechino
e che ora, a passaporto restituito, lo fa vivere lontano. Ai
Weiwei, 60 anni il 28 agosto, è l'artista che più rappresenta la
condizione di straniamento che può vivere un migrante. Alla
Mostra del cinema di Venezia Human Flow, scelto per il concorso
di Venezia 74 (30 agosto-9 settembre), un film documentario, il
suo primo, che Ai Weiwei, paladino per i diritti umani, ha
realizzato all'isola greca di Lesbo.
La 'marea umana' (human flow) è quella dell'impressionante
crisi globale dei profughi. L'artista li ha conosciuti
direttamente a Lesbo, ma poi li ha cercati nel corso di due anni
in 23 nazioni, tra Grecia Bangladesh, Kenya, Gaza e la frontiera
messico-americana, per cercare di catturare una condizione umana
allucinante che vede oggi più di 65 milioni di sfollati.
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