La Commissione d'inchiesta
sull'emergenza idrica abruzzese ha concluso il primo ciclo di
audizioni dei gestori del servizio idrico, ascoltando le ultime
due società presenti sul territorio: Sasi Spa e Saca Spa.
All'esito degli incontri, il presidente dell'organismo nato in
seno al Consiglio regionale, Sara Marcozzi, traccia un bilancio
delle attività.
"Il razionamento idrico che ciclicamente, soprattutto nel
periodo estivo, subiscono i cittadini - afferma - rappresenta
uno dei più gravi problemi che Sasi deve affrontare. Il
presidente Basterebbe ha dichiarato in Commissione che gli
interventi di digitalizzazione e distrettualizzazione delle reti
ridurranno le interruzioni di fornitura, ma non saranno
sufficienti a risolvere tutte le problematiche. Per combattere i
razionamenti, Basterebbe suggerisce di mettere in rete,
collegandole tra loro, tutte le sorgenti del territorio gestito
da Sasi, in modo da essere in grado di far confluire l'acqua da
qualunque sorgente nelle zone in temporanea difficoltà".
"Io - commenta Marcozzi - mi sento di rilanciare questa
proposta chiedendo che si valuti la possibilità di allargare un
progetto di questo genere all'intero territorio regionale, così
da creare un sistema virtuoso di sostegno reciproco".
Oltre alla denuncia dei vertici societari di una carenza di
personale, è emerso un debito che Regione Abruzzo dovrebbe
versare nelle casse di Sasi di circa 3 milioni di euro derivanti
da un contenzioso con Acea. È una vicenda su cui la Commissione
si riserva di "fare ulteriori approfondimenti con tutte le parti
in causa".
"Anche nel corso dell'audizione di Saca - prosegue Marcozzi -
registriamo la carenza di organico evidenziata dalla società,
che ha lamentato, per voce del presidente Di Biase, soprattutto
l'assenza di dirigenti in organico, circostanza che inciderebbe
sulla qualità dell'organizzazione del lavoro e, dunque,
sull'efficienza del servizio offerto al cittadino. Per quello
che riguarda gli investimenti sul Pnrr, la priorità verrà data a
infrastrutture, serbatoi e recupero di vecchi pozzi ancora
ricchi di acqua, ma rimasti inutilizzati per decenni".
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