Dopo un 2019 difficile è peggiorata nel 2020, per il secondo anno consecutivo, la redditività dell'acciaio. La solidità del comparto è però migliorata, facendo registrare i migliori risultati dell'ultimo triennio, con un minor indebitamento delle aziende del comparto. E si registra un modesto miglioramento degli indicatori di liquidità. È quanto emerge dallo studio Bilanci d'Acciaio 2021, ideato dall'Ufficio studi siderweb, realizzato in collaborazione con i professori Claudio Teodori e Cristian Carini dell’Università degli Studi di Brescia e sponsorizzato da Bper Banca, Coface e Regesta. Lo studio è stato presentato a Modena al Bper Banca Forum Monzani.
In base all'analisi effettuata su oltre cinquemila bilanci lungo l'intera filiera siderurgica, il 2020 è stato un anno contraddistinto da un netto calo del giro d’affari dovuto al calo dei volumi per il blocco dell’attività economica imposta dal governo e alla riduzione del prezzo medio annuo di vendita dei prodotti, avvenuta nonostante il recupero di fine 2020.
Il fatturato totale delle imprese della parte alta della filiera siderurgica (utilizzatori esclusi) nel 2020 è stato di 44,145 miliardi (-14,7% rispetto al 2019). Il valore aggiunto è stato pari a 6,195 miliardi (14% del fatturato), mentre l’Ebitda è stato di 2,536 miliardi (-29,9%). L’utile si è fermato a 546 milioni (-50%). Per il 2021 ci si attende un'inversione di tendenza dovuta all'andamento dell'economia. Il comparto delle costruzioni, che assorbe circa il 35% del consumo di acciaio, è atteso in crescita del 21,6% in Italia e del 6,2% nella Ue. Segno più (con rallentamenti) anche per il 2022: +3,2% in Italia e +4,5% in Ue. Più deciso, stando all’analisi di Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi siderweb, il recupero atteso per l’automotive: nel 2021 +9% in Ue e +22,3% in Italia nel 2022 rispettivamente +12,9% e +10%.
In collaborazione con Bper Banca, siderweb ha sottoposto un questionario a un campione rappresentativo della filiera dell’acciaio nazionale (circa 100 imprese) sulle attese per i risultati di bilancio 2021 e le prospettive per il 2022. Nel 2021 il 90% prevede un aumento del fatturato, di cui poco meno di un terzo superiore al 50%. Nel 2022 si assiste a un rallentamento dello sviluppo: il 35% pensa di stabilizzare il giro d’affari e solo il 37% intravede un’ulteriore crescita. Il 90% prevede di incrementare il risultato economico nel 2021, mentre un ulteriore miglioramento nel 2022 è atteso dal 59% del campione. Il 54% ha confermato o incrementato (23%) i budget per gli investimenti. Il 68% degli intervistati indica di attendersi un impatto soddisfacente o molto soddisfacente dal Pnrr.
Il 42% delle imprese dichiara incrementi sopra il 50% nei costi delle materie prime, il 37% tra il 30 e il 50%. Per il futuro, la percezione è di forte preoccupazione: il 58% ritiene che vi sarà una riduzione dei costi, ma una parte dell’incremento sarà consolidato e solo il 10% degli intervistati sostiene che la crescita sia temporanea, con ritorno alla situazione preesistente. Per i costi di trasporto, il 49% ritiene che una parte del rincaro rimarrà e il 40% non presume significativi cambiamenti per il 2022.
In collaborazione con:
BPER BANCA