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Responsabilità editoriale di ASviS

Jrc: Ue sulla strada giusta, forte legame tra Recovery Plan e Agenda 2030

Uno studio del Joint research center ha mappato l’insieme delle politiche europee per la ripresa valutandole in linea con i principi di sviluppo sostenibile

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L’Europa ha reagito all’impatto economico e sociale del Covid-19 confermando il suo impegno per perseguire lo sviluppo sostenibile. E lo ha fatto incorporando nel suo piano per la ripresa praticamente tutti gli Obiettivi dell’Agenda 2030. Con un’attenzione maggiore verso gli elementi sistemici, quali assistenza sanitaria e produttività economica, che hanno sofferto di più durante la fase iniziale della pandemia. È quanto emerge dallo studio “A sustainable recovery for the Eu” pubblicato in dicembre dal Joint research center (Jrc) della Commissione europea, che ha fornito una prima panoramica aggiornata dei collegamenti tra il Recovery Plan dell’Ue e gli SDGs. D’altra parte i ricercatori invitano alla cautela evidenziando che il piano è in continua evoluzione, dunque siamo di fronte a risultati che potrebbe eventualmente cambiare nel tempo.

Per condurre lo studio è stato utilizzato un nuovo tool basato su tecniche di estrazione del testo con un set di oltre 200 parole chiave. Questa metodologia è stata anche impiegata per realizzare una mappatura di tutte le iniziative della nuova Commissione von der Leyen (da dicembre 2019 a ottobre 2020) rispetto agli SDGs (Goal e Target), e per aggiornare l’analisi fatta in precedenza sulle policies della Commissione Juncker.

I risultati, presentati in visualizzazioni interattive sulla piattaforma KnowSDGs e disponibili qui, hanno evidenziato un “forte legame” tra il piano di ripresa dell’Unione europea e i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030.

Riassumendo le principali evidenze a livello di SDGs, il piano nel suo insieme affronta prevalentemente le tematiche relative al Goal 3 “Salute e benessere” (667 volte, 32% del totale) e al Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica” (297 volte, 14% del totale), ma integra molti altri Obiettivi tra cui il 13 (clima), il 4 (Istruzione di qualità), il 16 (Pace, giustizia e istituzioni forti) e il 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture). Non sfugge all’analisi del Jrc che alcuni Goal, come il 6 sulle risorse idriche, sono affrontati solo marginalmente.

La seconda parte dello studio è stata focalizzata sulla relazione tra gli SDGs e i tre pilastri principali su cui è imperniato il piano Next Generation Eu. “I tre pilastri agiscono in modo integrato su tutti gli elementi del sistema socioeconomico”, rilevano gli autori dello studio che invitano, citando il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini, all’attuazione di misure per “prevenire, preparare, proteggere e promuovere l’adattamento da shock futuri”. Come mostrato nella figura sotto riportata, la distribuzione di SDGs e Target sui contenuti del Piano mostra una grande varietà.

Il primo pilastro “Supportare gli Stati membri per investimenti e riforme” ha la maggiore dotazione finanziaria (circa il 90% di tutti i fondi del Piano) e ciò secondo lo studio si riflette nella più ampia copertura degli SDGs. Particolare attenzione è dedicata al Goal 8, del quale si affrontano molti Target: 8.5 su occupazione e lavoro dignitoso per tutti, 8.1 su crescita economica, 8.6 su giovani Neet, 8.3 su creazione di posti di lavoro, imprenditorialità, creatività e innovazione. Il Goal 7 sull'energia pulita è il secondo maggiormente in evidenza, in particolare il Target 7.2 sull'aumento della quota di energia rinnovabile. Il Recovery and resilience facility, ricorda lo studio, considera l'energia pulita come uno dei principali fattori abilitanti alla transizione verde, supportando anche la creazione di nuovi posti di lavoro e la crescita economica. Anche il Goal 13 sul clima e il 12 sul consumo e la produzione sostenibili sono Obiettivi frequentemente rintracciati nel Recovery. A livello di Target, molte parole chiave sono collegate al 13.2, per l'integrazione delle misure sul cambiamento climatico nelle politiche, e anche al 12.5, che invita a "ridurre sostanzialmente la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclaggio e il riutilizzo".

Il secondo pilastro “Rilanciare l’economia dell’Ue incentivando gli investimenti privati” ha anch’esso una copertura relativamente ampia degli SDGs ed è principalmente focalizzato sul Goal 9, relativo all'industrializzazione sostenibile e alla promozione dell'innovazione. In particolare, i due principali Target richiamati sono il 9.5 sulla ricerca scientifica e le capacità tecnologiche dei settori industriali e il 9.1 su infrastrutture affidabili a supporto dello sviluppo economico e del benessere umano. Altri importanti Obiettivi rilevati sono i Goal 8712 e 17.

L'analisi del terzo pilastro “Imparare gli insegnamenti dalla crisi” ha evidenziato una minore concentrazione di SDGs rispetto ai due precedenti. Questo pilastro include un nuovo Programma sanitario per supportare le sfide del futuro ed è principalmente focalizzato sull'affrontare il Goal 3, con il Target principale 3.d, per rafforzare la capacità di preallarme, riduzione del rischio e gestione dei rischi sanitari nazionali e globali. Oltre al Goal 3, ci sono riferimenti anche al Goal 8 sull’occupazione, al 9 sull’innovazione e al 17 sulla cooperazione internazionale. Quest'ultimo, osserva lo studio, è ben rappresentato nella proposta di stabilire misure specifiche (lo strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale e il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile) per sostenere i Balcani occidentali e l'Africa nei loro sforzi per riprendersi dall'impatto della pandemia.

Il prossimo passo, spiegano i ricercatori, sarà quello di applicare il tool per analizzare i Piani di ripresa e resilienza degli Stati membri, quando saranno disponibili, per vedere come gli SDGs verranno considerati nelle diverse proposte. Come si legge nelle conclusioni dello studio, “questo periodo post-crisi offre un’opportunità per progredire su percorsi realmente sostenibili che siano anche resilienti alle perturbazioni globali. La nostra valutazione del piano di ripresa indica che la Commissione è all'avanguardia nel perseguire gli Obiettivi e il piano può accelerare ulteriormente la transizione verso un'Ue più sostenibile, equa, giusta e resiliente”.

Scarica lo studio

 

di Andrea De Tommasi

Responsabilità editoriale e i contenuti sono a cura di ASviS


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