(ANSA) - ROMA, 24 LUG - Al G20 Ambiente di Napoli "sulla
parte ambiente 25 punti su 25 sono stati concordati
all'unanimità dai paesi. Sulla parte clima ed energia, 58 punti
sono stati concordati all'unanimità, e solo su 2 c'è disaccordo.
Dire che è un accordo a metà è un po' troppo. Parliamo dell'1%
di discordanza". Lo ha detto oggi il ministro della Transizione
ecologica, Roberto Cingolani, a Tgcom24.
Cina e India ieri hanno rifiutato di sottoscrivere gli
impegni proposti da Usa e presidenza italiana per mantenere il
riscaldamento globale entro 1,5 gradi al 2030 e per chiudere le
centrali a carbone al 2025. "Sono punti che toccano
profondamente le corde economiche e sociali di paesi con due
miliardi e mezzo di persone - ha spiegato il ministro -. Il
cambiamento di rotta che noi paesi ricchi possiamo permetterci,
di andare ancora più velocemente rispetto ai target dell'Accordo
di Parigi, per paesi da un miliardo di persone è più complesso.
Non sono stati discordi, hanno detto 'noi confermiamo gli
Accordi di Parigi, ma non riusciamo ad accelerare, dobbiamo fare
delle considerazioni di natura finanziaria e politica'. E quindi
hanno rimandato questi due punti al G20 dei capi di Stato".
Secondo Cingolani, Cina e India hanno giustificato il loro
no dicendo che "la loro produzione pro capite di CO2 è più bassa
che da noi, perché sono meno sviluppati. In una negoziazione
simile si comincia a dire 'conta la somma o conta il pro
capite?'. C'è un problema di equità e di disuguaglianza a
livello globale, che va risolto più su base politica che su base
solamente clima e ambiente".
Secondo il ministro però "il G20 ha messo dei paletti, delle
condizioni molto forti. Abbiamo margini per portarci avanti in
questa discussione. Secondo me alla Cop26 a fine anno arriveremo
tutti allineati, dopo una negoziazione non facile". (ANSA).