Il soft power italiano, che si basa
soprattutto sulla nostra cultura, "funziona" come strumento in
politica estera e "per avere una prova concreta possiamo
rivolgerci alle leggi del mercato: la domanda di Italia, che è
soprattutto la domanda di cultura italiana, è illimitata in
tutto il mondo. Dovunque lanciamo un'iniziativa, vediamo che c'è
un interesse straordinario". Con queste parole l'ambasciatore
Pasquale Quito Terracciano, capo della Direzione generale per la
diplomazia pubblica e culturale della Farnesina, ha presentato
in un forum ANSA il valore della diplomazia pubblica e culturale
dell'Italia in vista dell'evento conclusivo, il 17 novembre,
delle Giornate della formazione italiana nel mondo, primo
appuntamento istituzionale dedicato al sistema della Formazione
italiana nel mondo.
Quello della formazione italiana "è un modello molto forte e
molto valido, e uno strumento di ulteriore soft power per
diffondere la cultura, il modello italiano, la lingua. In ultima
analisi, il nostro valore". A confermare l'interesse per
l'Italia sono le richieste di nuovi istituti di cultura del
nostro Paese, che passeranno presto da 84 a 90, con nuove
aperture ad Almaty, Miami, Bangkok, Hanoi, Amman e Sarajevo.
"Tutti i Paesi ci chiedono di aprire istituti di cultura" ed "è
evidente che se c'è una tale domanda, e se noi riusciamo ad
articolare un'offerta credibile, ben organizzata, il nostro soft
power non può che uscirne sempre più rafforzato".
La Direzione generale per la diplomazia pubblica e culturale
è stata creata proprio per la diffusione del soft power italiano
nel mondo, a partire dalla cultura, e nell'ultimo anno "abbiamo
cercato di rilanciare la nostra azione con una comunicazione più
moderna", oltre ad aver "lanciato iniziative con think tank e
ong" e promosso un progetto per i 100 anni del primo Istituto di
cultura italiano di Praga, ha raccontato l'ambasciatore facendo
un bilancio dei primi dieci mesi della direzione di cui è a
capo.
Nel corso del forum, il diplomatico ha illustrato la rete
internazionale di istituzioni educative italiane all'estero: 7
scuole statali, 42 paritarie "che vogliamo aumentare", poi
lettorati nelle università straniere, le sezioni italiane nelle
scuole straniere, oltre 10.000 corsi nel mondo, insieme a
progetti educativi. "Dobbiamo fare in modo che il pubblico
conosca queste opportunità" ed è in questa direzione che va
l'iniziativa delle Giornate della formazione italiana nel mondo.
Lanciate per la prima volta quest'anno "perché la formazione
italiana è di alto valore e va riconosciuta come tale", mentre
"forse per self deprecation non gli diamo il giusto valore".
Nei mesi scorsi, in preparazione dell'incontro del 17
novembre, sono stati attivati quattro tavoli tecnici su quattro
temi: i valori, la comunicazione, il network e l'innovazione.
Attorno ai tavoli si sono raccolti studenti, docenti, lettori,
insieme a esperti esterni e altre istituzioni come il ministero
dell'Istruzione.
Il 17 novembre in mattinata si presenteranno i risultati dei
tavoli e si adotteranno le conclusioni del lavoro di
riflessione. Nel pomeriggio invece ci sarà un momento
celebrativo alla presenza del ministro degli Esteri Antonio
Tajani, e del ministro per l'Istruzione Giuseppe Valditara. Sarà
presentato inoltre il primo video ufficiale del Sistema della
Formazione italiana nel mondo e il logo ufficiale, oltre a un
filmato curato dall'Archivio storico della Farnesina che
racconta come la nascita delle scuole italiane all'estero e la
nascita della diplomazia culturale siano strettamente legate. Si
proseguirà con testimonianze, anche degli studenti che
frequentano le scuole italiane all'estero, e una tavola rotonda
per parlare di sinergie e collaborazioni tra il settore pubblico
e quello privato.
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