"Stavamo ragionando su quali iniziative nuove poter mettere in campo", aggiunge Ubertini che auspica una maggiore mobilitazione "per riportare tutti alla ragione e Patrick alla libertà".
"Sono davvero molto amareggiato - spiega il rettore riferendosi alle ultime lettere di Patrick - e trovo veramente assurda questa vicenda, questo protrarsi dello stato di fermo che viola i diritti più elementari". "C'è questo continuo richiamo di Patrick alla sua università e questo non può che farmi piacere però penso che tutti dovremmo fare di più, me per primo, per far sì che questa detenzione si interrompa e che Patrick possa finalmente ritornare in libertà". "Non possiamo fermarci fintanto che Patrick non sarà liberato e non tornerà a Bologna, ai suoi studi e alla sua famiglia".
L'invito che il rettore ripete è "non solo al Governo, ma a tutta la comunità nazionale e internazionale affinché si continui a tenere alta attenzione e si convinca il Governo egiziano a interrompere questa violazione dei diritti di Patrick e anche di altri perché la reiterazione di 45 giorni in 45 giorni dello stato di fermo è davvero inaccettabile". (ANSA).