Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Minori stranieri raccontano il loro lockdown in video

Grazie ai 'Diari della quarantena' promossi da Piùculture

30 giugno, 16:10

(ANSAmed) - ROMA, 30 GIU - Con i video dei "Diari della quarantena", minori e neo maggiorenni stranieri di Roma hanno raccontato le loro emozioni durante il lockdown, a conclusione di un corso a cura della redazione della testata italiana online "Piùculture".

ROMA - Durante i mesi di quarantena in Italia, Mohamed ha riscoperto il suono del canto degli uccelli e capito che "prevenire è meglio che curare". Yakouba ha vissuto un Ramadan diverso dal solito, ma non per questo meno significativo. Reda ha capito ancora di più il valore della libertà, mentre Anita si è sentita ancora più vicina alla sua famiglia. Loro sono alcuni dei protagonisti dei "Diari della quarantena", video realizzati dai ragazzi del corso di comunicazione sociale audio, video e fotografia "Niente Paura", progetto a cura della redazione della testata italiana online "Piùculture" e finanziato dall'8ž1000 della Chiesa Valdese. Il corso, dall'autunno 2019 alla metà di giugno, ha visto la partecipazione di minori stranieri non accompagnati (MSNA) e neo-maggiorenni a Roma, che al termine dell'iniziativa hanno ricevuto un attestato di partecipazione da inserire nel loro curriculum.

Racconto di storie ed emozioni "Non avrei mai pensato che le strade sarebbero state vuote come il deserto", dice nel suo video Mohamed, 19 anni dal Mali, che usa il disegno per raccontare le sue emozioni. A sua madre e a tutte le madri ha dedicato alcuni disegni in occasione della festa della mamma l'8 maggio. "Non so dove sei mamma - ha scritto sotto a uno dei disegni - ma tu sei la mia forza". "In questo periodo mi sono avvicinata ancora di più ai miei familiari, avendo paura di perderli", dice Anita, irachena di 19 anni: "La parola più importante per me è 'famiglia'". Mouctar, Dabi, Yacouba, Mohamed, Maurizio, Ali, Reda, Anita, hanno dai 16 ai 20 anni e vengono da Mali, Costa d'Avorio, Iraq e Marocco.

Nella maggior parte dei casi, i ragazzi sono sbarcati in Italia, in Sicilia o in Puglia dopo un tormentato viaggio, che hanno affrontato da soli, lasciandosi alle spalle le loro famiglie d'origine. Vivono a Roma, in case famiglia o nei centri del sistema di protezione per minori e rifugiati. Il laboratorio si è svolto ogni sabato mattina nella sede di Piùculture a Roma e, in seguito al lockdown, a distanza sulla piattaforma Meet.

L'iniziativa ha cercato di dare una risposta alle esigenze dei ragazzi di imparare bene l'italiano, di avere una formazione per potere trovare un lavoro, ma soprattutto di 'raccontarsi'.

Un corso per un'identità "Per coinvolgerli, visto che con il lockdown il nostro corso si è interrotto alle ultime battute, abbiamo deciso di creare una gara per stimolarli, dando loro dei 'giochi' con prove audio, di fotografia, e clip video. I video sono un collage di questi contenuti", spiega ad Ansamed Lucio Perotta, videomaker del corso. "Un ragazzo straniero che arriva in Italia quasi non sa più chi è, deve misurarsi con le regole, costruzioni sociali e pregiudizi. Con questo corso è venuta fuori per loro la possibilità di raccontarsi, di dire che loro non sono persone passive, ma vive, che hanno un'identità, e abbiamo cercato di farla emergere attraverso il racconto della quarantena, che andava a sommarsi spesso a un racconto già di paura: alcuni di loro hanno infatti storie molto travagliate", racconta Perotta.

Inoltre, "questi ragazzi si trovano a vivere con altri uno status sociale: sono 'persone che vivono in un centro' (di accoglienza). Lo strumento che abbiamo dato loro del racconto di loro stessi è stato utile per evadere da tutto questo, e dire "niente paura". Per i ragazzi della loro età, questi sono anni decisivi, se non sviluppano quella capacità di sentirsi vivi, poi è difficile, perché l'integrazione non è facile". Progetti come quello di Niente Paura "sono tanti in Italia ma silenziosi, non fanno scalpore", sottolinea Perotta. "Tante persone lavorano in silenzio, coinvolgono questi ragazzi, prendendoli da uno stato di tristezza e facendoli sbocciare. Queste esperienze sono fondamentali, perché attraverso queste i giovani trovano la forza di mettersi in gioco".

Video di Mohamed: https://www.youtube.com/watch?v=xR0Bt6CmehY Video di Anita: https://www.youtube.com/watch?v=dBbML8G0kMk (Un'immagine tratta dal video del 'Diario della quarantena' di Mohamed per il progetto 'Niente Paura' di PiùCulture. PHOTO PIU'CULTURE) (ANSA).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati