(ANSAmed) - ROMA, 13 LUG - Le autorità italiane hanno fermato
due cittadini bengalesi che sono stati accusati di aver avuto un
ruolo all'interno di un campo di prigionia in Libia, dopo essere
stati riconosciuti da quattro connazionali che erano stati
tenuti prigionieri e torturati in un centro del Paese
africano.AGRIGENTO - La Squadra Mobile di Agrigento ha fermato
due bengalesi di 35 e 31 anni accusati di associazione per
delinquere, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina,
tratta di esseri umani, sequestro di persona e tortura. Secondo
l'accusa, i due hanno avuto un ruolo nel trattenimento illecito
in un campo di prigionia libico di numerosi cittadini
bengalesi.Custodia cautelare in carcereIl sostituto procuratore
Emilia Busto, coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio,
ha chiesto e ottenuto la convalida del fermo e la custodia
cautelare in carcere degli indagati. Il provvedimento è stato
emesso dal Gip Alessandra Vella. Il ministero della Giustizia ha
avanzato la richiesta a procedere. Le indagini, da svolgere
anche in un contesto sovranazionale, verranno proseguite dalla
Dda di Palermo. Nell'ambito di accertamenti sui numerosi sbarchi
di queste due ultime settimane la squadra mobile di Agrigento,
su delega della locale Procura, ha arrestato 20 stranieri per
reingresso abusivo e due per esecuzione di condanne non
espiate.Riconosciuti da quattro connazionaliI due bengalesi
fermati dalla Squadra Mobile di Agrigento, che è coordinata dal
dirigente Giovanni Minardi, sono stati riconosciuti da quattro
connazionali che erano stati tenuti prigionieri e torturati in
un centro libico. Le vittime sono state ascoltate, dopo il
periodo di quarantena fatto nell'hotspot di Lampedusa (Ag),
dallo Sco e dalla Squadra Mobile di Ragusa dove, nel frattempo,
erano state trasferite. Sia lo Sco che la Mobile di Ragusa hanno
partecipato all'attività investigativa. Tanto le vittime che i
due presunti carcerieri erano sbarcati a Lampedusa il 28 maggio
scorso. Per la liberazione dal centro di detenzione libico e per
il viaggio, le vittime avevano pagato 5 mila dollari americani.
(ANSA).