ROMA - In attesa della nave-quarantena in Italia, si aprono le porte dell'ospedale militare di Roma "Celio" per i migranti positivi al Covid. I primi 13 - quelli sbarcati a Roccella (Reggio Calabria) e portati tra le proteste dei cittadini ad Amantea (Cosenza) - sono stati trasferiti martedì pomeriggio nella struttura della capitale. Una prima risposta alle richieste arrivate dai governatori di Calabria e Sicilia, dove però i casi sono quotidiani: 11 gli immigrati risultati positivi a Pozzallo. Ma il Governo vuole arginare l'impennata estiva degli sbarchi e spinge sulla Libia per frenare le partenze.
La ricerca di una nuova nave quarantena Il Viminale è alle prese con il problema delle navi dove far svolgere la quarantena ai migranti che continuano ad arrivare (9.372 quest'anno, il triplo del 2019). In piena estate non è facile trovare mezzi con le caratteristiche adatte (omologati, con tutte le certificazioni in regola, di almeno 250 posti e con le adeguate dotazioni sanitarie). Per il traghetto attualmente utilizzato dal Viminale, il Moby Zazà, l'armatore non ha ritenuto di prorogare il contratto con lo Stato - rinnovabile mese per mese - alla scadenza del secondo mese (circa un milione di euro per 30 giorni il costo). Quando l'ultimo migrante a bordo finirà la quarantena, tra pochi giorni, il traghetto sarà dunque restituito alla società e non sarà più disponibile. Un primo avviso di manifestazioni di interesse per il noleggio di navi da destinare alla sorveglianza sanitaria dei migranti soccorsi in mare è andato deserto. E' stato quindi pubblicato, informa il Viminale, un nuovo avviso che scadrà alle 24 di oggi (16 luglio). Al ministero confidano che qualche armatore si farà vivo. Ma se non sarà così, i positivi che non potranno essere ospitati in strutture sicure senza gravare sulle comunità locali verranno trasferiti al Celio, come hanno definito in un colloquio Lamorgese e Guerini. E comunque, in Sicilia e Calabria, le regioni in prima linea, sarà rivolta, assicurano all'Interno, "la massima attenzione per la tutela della sicurezza sanitaria dei cittadini".
Pressing su Libia e Tunisia Il Governo italiano, intanto, punta a prevenire le partenze con un pressing su Libia e Tunisia. Il Coronavirus ha ulteriormente alzato la tensione sul tema: i contagi crescono anche in Nord Africa e la situazione è difficilmente gestibile soprattutto in territorio libico, dilaniato dagli scontri tra milizie. Una riunione sulla Libia si è svolta il 14 luglio a Palazzo Chigi con i ministri di Interno, Difesa ed Esteri Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini e Luigi Di Maio ed il direttore dell'Aise, Giovanni Caravelli. Il premier Giuseppe Conte e Di Maio hanno incontrato il presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, Aguila Saleh. Lamorgese oggi (il 16 luglio) sarà a Tripoli, dove incontrerà il collega Fathi Al Bishaaga. Nei prossimi giorni andrà anche a Tunisi. Intanto, dalla Libia arrivano richieste di aiuti all'Italia ed il decreto missioni aumenta i fondi destinati al Paese: i militari italiani lavoreranno allo sminamento di alcuni quartieri della capitale Tripoli e continueranno ad addestrare la Guardia costiera locale.
PHOTO: The departure on buses of covid positive migrants to the Celio military hospital in Rome from Amantea, in Calabria, Southern Italy, 14 July 2020. ANSA/Elvira Madrigrano (ANSA).