Il grande edificio di fondazione settecentesca, ricorda Shalom, è stato ricostruito però nella seconda metà del XIX secolo, il Palazzo degli Uffici, dove hanno avuto sede per secoli varie scuole. E' vuoto da anni ma sta per ripartirne la ristrutturazione, bloccata da un contenzioso giudiziario, e in vista del progetto esecutivo è acceso il dibattito sulla sua destinazione.
Sotto il pavimento di una delle aule, sottolinea il sito, sono state rinvenute in un sondaggio archeologico condotto nel 2006, quando sembrava imminente la ristrutturazione, vestigia di un sepolcreto ebraico databile tra V e VI secolo con due tombe a fossa scavate nel banco di carparo che sostiene il palazzo, più una successiva, di epoca altomedievale, con resti scheletrici. I resti sono stati esaminati e rideposti nel logo che ha anche lastroni di copertura con graffiti una menorah ed uno shofar.
Una quarta tomba era stata rinvenuta poco distante, sempre sotto i pavimenti, già violata nel corso dei lavori del XIX secolo. Da un punto di vista storico ed archeologico, si tratta delle uniche tracce contestualizzate della presenza della fiorente comunità ebraica di Taranto, durata dal I secolo d.C. fino al XVI.
L'antica Tarentum fu la prima città ad ospitare, nel 70 d.C.
una colonia ebraica. Secondo una tradizione ebraica medievale, Tito vi deportò addirittura 5.000 ebrei: un numero enorme. Fu comunque la seconda città, dopo Roma ad ospitare un numeroso gruppo di ebrei. Dalla comunità ebraica di oggi è quindi considerato molto importante, anche oltre il non trascurabile aspetto religioso, salvaguardare il sepolcreto nel Palazzo degli Uffici: provvedendo alla rituale preservazione dei resti umani, e destinando quell'angolo del palazzo a piccola, visitabile area funeraria. Piccola ma importantissima traccia della presenza ebraica in Taranto. (ANSA).