A capo di questa svolta la recente restituzione di 26 tesori del regno Danhomè, troni reali, statue antropomorfe e oggetti simbolo del potere prelevati dai francesi al Benin alla fine dell'Ottocento. Oggi questo imponente tesoro è esposto nel palazzo presidenziale di Cotonu in dialogo con manufatti di arte contemporanea. In soli tre mesi, 165 mila visitatori hanno potuto ammirare questi tesori africani. Sulla stessa scia del Benin, anche altri paesi come la Nigeria e il Ghana stanno chiedendo indietro alcuni preziosi reperti trafugati durante il periodo coloniale. Intanto il Governo francese sta anche pensando ad una legge quadro sulla restituzione.
"La geopolitica dei musei africani sta cambiando - ha affermato l'accademica francese Benedicte Savoy, consulente di Emmanuel Macron e autrice di un rapporto che ha contribuito a questa operazione di restituzione - fino a questo momento i musei africani non avevano avuto questa arte storica. Per la prima volta i paesi africani sono proprietari di una piccola parte del patrimonio e hanno avuto la possibilità di discutere con i grandi musei. La restituzione al Benin è iniziata alla fine dell'ottobre 2021 e sta riscuotendo successo con 165 mila visitatori in meno di tre mesi. Si tratta di beni che per 130 anni erano rimasti visibili a Parigi. Adesso il popolo del Benin ha tutta la responsabilità di custodire questo patrimonio e per far questo si sono dotati di una nuova legge di inalienabilità.
"La Francia - ha aggiunto la Savoy - sta continuando per questa strada. Abbiamo proposto di fare una legge quadro per tutte le restituzioni. Una legge generale poiché in questo momento ci sono leggi particolari per ogni restituzione. Questo è un progetto che potrebbe cambiare a storia. Del resto, i paesi africani sono molto decisi in tal senso e si stanno organizzando costruendo musei, ad esempio a Dakar e Nairobi. Le prossime restituzioni potrebbero riguardare la Nigeria e il Ghana. La Namibia, inoltre, ha ottenuto qualche reperto dalla Germania la settimana scorsa. Si tratta però di una ventina di oggetti che non hanno un grande valore artistico". (ANSA).