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Bosnia: presentato volume dedicato a Alexander Langer

Amb. Di Ruzza, simbolo solidarietà Italia per popoli in guerra

31 ottobre, 12:03

(ANSAmed) - SARAJEVO, 31 OTT - Si è svolta presso il Museo di Storia di Sarajevo la presentazione di un libro dedicato alla vita e al pensiero di Alexander Langer, realizzato su iniziativa dell'omonima Fondazione - che ha sede a Bolzano - con il sostegno dell'Ambasciata d'Italia. Pubblicato in lingua locale, il volume vuole contribuire a diffondere la conoscenza di Langer in Bosnia-Erzegovina (BiH), specie tra i più giovani.

Europarlamentare, scrittore, giornalista, ambientalista, attivista per la pace, altoatesino di lingua tedesca ma di indole poliedrica e multietnica, Langer aveva dedicato la parte finale della sua vita all'impegno di pace nella ex Jugoslavia, insanguinata dall'odio etnico che ne ha tragicamente accompagnato la dissoluzione. Incessante promotore di progetti ed iniziative in chiave politica e civile, nel tentativo di favorire la cessazione del conflitto in Bosnia-Erzegovina, Langer si tolse la vita il 3 luglio 1995 nei pressi di Firenze, emotivamente schiacciato dal peso di una guerra di cui non intravedeva la fine. Alcune settimane prima la città di Tuzla, alla quale egli era molto legato, era stata teatro di una strage che lo aveva profondamente scosso, avendo mietuto vittime soprattutto tra ragazzi.

Nel corso della presentazione, Sabina Langer, nipote di Alexander e tra le promotrici della Fondazione, ha descritto Langer come un "artista della convivenza", fermo sostenitore di un'Europa politica garante della pacifica ed operosa coesistenza tra i popoli europei. È stato un sognatore - ha proseguito - cui tuttavia non faceva difetto la concretezza, come dimostrano le numerose iniziative presentate al Parlamento Europeo. Gianni Tamino, che nel 1995 subentrò a Langer al Parlamento europeo dopo la sua scomparsa, ha spiegato che il libro consente di cogliere il pensiero di Langer nella sua interezza. Vi risalta in particolare la "cultura della pace" intesa non solo come assenza di conflitti tra Stati ma anche quale rapporto armonico e rispettoso con l'ambiente. Anche essere in guerra con la natura, sfruttandone violentemente le risorse, produce effetti devastanti - ha osservato - e la crisi climatica globale dimostra la piena attualità delle intuizioni di Langer.

L'Ambasciatore Marco Di Ruzza, che ha curato la prefazione del libro, ha ricordato il costante impegno dell'Ambasciata a valorizzare e mantenere vivo il contributo di Langer. La sede diplomatica ha svolto un ruolo di stimolo verso le Autorità locali per agevolargli la concessione della cittadinanza onoraria postuma di Sarajevo, conferitagli lo scorso anno, e anche Tuzla gli ha ora tributato il medesimo riconoscimento. La partnership con la "Fondazione Langer" si pone dunque in armonia con l'impegno ad accrescere la visibilità di Langer in BiH, soprattutto verso le nuove generazioni, presso le quali la sua figura - complice anche il fatto che Langer è mancato prima degli accordi di Dayton - rischiava paradossalmente di rimanere sconosciuta.

Con visione lungimirante, Langer - lui che, altoatesino germanofono, aveva sempre rifiutato di identificarsi con una comunità linguistica - era fermamente contrario ai nazionalismi etnici, paventandone conseguenze destabilizzanti sull'intero perimetro balcanico. Questo retroterra culturale, così Di Ruzza, si trova anche nello scritto-manifesto "L'Europa muore o rinasce a Sarajevo", nel quale Langer - malgrado il DNA pacifista, cattolico ed ecologista - ha esortato la comunità internazionale all'intervento diretto in BiH. Un appello che incontrò lo scetticismo di molte persone a lui vicine, che non esitarono a tacciarlo di „tradimento" o di essere caduto nella trappola del „sangue chiama sangue". In realtà Langer percepiva lucidamente che una perdurante inerzia della collettività internazionale avrebbe aperto la strada a nuovi eccidi, allontanando ogni prospettiva di far cessare una guerra atroce ed insensata.

"Langer - ha concluso Di Ruzza - simboleggia alla perfezione quello straordinario fiume di solidarietà che dal nostro Paese raggiunse la Bosnia-Erzegovina per soccorrere le popolazioni stremate dal conflitto: un impegno al quale l'Italia ha pagato un alto tributo, perdendo militari, cooperanti, pacifisti, giornalisti, etc. Le non ancora sopite tensioni inter-etniche in Bosnia-Erzegovina rendono tuttora di estrema attualità il pensiero di Langer, facendone una "bussola" per quanti - a più diverso titolo - contribuiscono ai processi di riconciliazione in Bosnia-Erzegovina. Un percorso complesso ma imprescindibile perché' questo Paese possa evolvere a moderna società cosmopolita, multietnica e pluriculturale, finalmente proiettata verso uno stabile futuro nella famiglia europea. Proprio la Bosnia-Erzegovina che sognava Alexander". (ANSAmed).

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