TUNISI - Con 46 mila km di coste (per una lunghezza maggiore della periferia della terra), il Mar Mediterraneo è un mare semichiuso circondato da un gran numero di Paesi. Per proteggere gli stock ittici sovrasfruttati nella regione, così come le migliaia di mezzi di sussistenza costieri che dipendono dalle sue risorse marine, i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo stanno collaborando per combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (Inn), nelle sue acque. E' quanto afferma l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite (Fao) che, in una nota, precisa che la pesca illegale crea concorrenza sleale a danno dei pescatori di piccola scala che rispettano i regolamenti, e minaccia la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza di intere comunità costiere. Nel Mediterraneo e nel Mar Nero il 75% degli stock ittici è attualmente sovrasfruttato, tuttavia, secondo il lavoro di valutazione della strategia di gestione della Commissione generale della pesca per il Mediterraneo (Cgpm), un modello che prevede come gli stock ittici reagiscono nel tempo alle misure di gestione che seguono i piani di gestione della Cgpm, questi stock ittici potrebbero riprendersi se la pesca Inn venisse eliminata.
Nell'ambito della Cgpm, l'Agenzia europea di controllo della pesca (Efca) sta lavorando con ispettori di Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Libia, Montenegro, Tunisia e Ucraina per garantire che le ispezioni in mare siano coerenti in tutta la regione. A tal fine, la Tunisia, dove il settore della pesca conta almeno 12.000 pescherecci, assicura circa 70.000 posti di lavoro diretti e indiretti e rappresenta circa il 13% delle esportazioni agricole, si sta adoperando per contrastare la pesca illegale a livello nazionale e regionale. La Tunisia ha già ricevuto dal Giappone navi di sorveglianza per monitorare le coste e altre per la ricerca scientifica e la formazione professionale in questo campo.
"Il ruolo delle ispezioni nel Mediterraneo e nel Mar Nero è fondamentale per garantire il rispetto delle norme sulla pesca.
La Cgpm sta sviluppando un sistema internazionale di sorveglianza e ispezione congiunto nel Mediterraneo e nel Mar Nero per formare gli ispettori nazionali e migliorare l'accesso e lo scambio di informazioni e dati nella regione", si legge nella nota. L'Efca ha noleggiato una nave di pattugliamento offshore, la Lundy Sentinel, che supporta il dispiegamento e lo scambio di ispettori di vari Paesi e quindi migliora la conformità, lo sviluppo delle capacità e lo scambio delle migliori pratiche in situazioni operative reali sul campo.
La pandemia di covi-19 ha portato all'esplorazione di nuovi metodi di controllo tra cui l'uso del monitoraggio elettronico a distanza, il rafforzamento del giornale di bordo elettronico (Ers) e l'uso di nuove tecnologie come sensori di attrezzi da pesca e marcatura attraverso azioni pilota dedicate. Utilizzando questi nuovi metodi di controllo, il numero di ispezioni e avvistamenti segnalati e trasmessi al segretariato della Cgpm ha continuato ad aumentare.
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