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Qatar: analisti discutono ruolo Al Qaida nel Golfo

10 ottobre, 12:59

(di Alma Safira) (ANSAmed) - DOHA - Dopo l'arresto di 41 persone accusate di essere membri di Al Qaida e di aver pianificato un attentato alle basi americane in Kuwait e Qatar, si riapre nei Paesi del Golfo la discussione sul ruolo di Al Qaida nella regione. "Al Qaida non sarebbe mai arrivata dove e' senza il supporto di molti Paesi del Golfo. Allo stesso tempo Al Qaida attacca luoghi di interesse occidentale, specialmente di interesse americano, e il Qatar ha due basi americane ed e' diventato un Paese chiave nelle relazioni con l'Occidente specialmente dopo l'intervento attivo in Libia", ha dichiarato Salman Shaikh, Direttore del centro di ricerca Brookings Doha Center. Il Qatar da un lato e' stato vittima dei complotti di Al Qaida e dall'altro e' stato accusato di aver finanziato il gruppo terrorista, ma secondo Shaikh questa accusa si basa sul supporto che il Qatar ha dato ad altri gruppi islamisti. "Le accuse rivolte al Qatar si basano su un frainteso concetto di gruppo islamista. Il Qatar ha finanziato Hamas che e' un gruppo islamista e un partito politico eletto in Palestina, mentre Al Qaida e' un gruppo terrorista prima di essere islamista.

Finanziare un gruppo islamista come Hamas non significa finanziare Al Qaida", ha sottolineato Shaikh. I sauditi accusati degli attacchi alle torri gemelle sono stati deportati a Guantanamo per essere processati dalle autorita' statunitensi, mentre i sauditi accusati di aver pianificato un attentato in Qatar sono adesso sotto processo in Arabia Saudita, non in Qatar. Cio' crea una confusione su cosa sia lecito fare quando si ha a che fare con membri di Al Qaida.

"L'anomalia sono gli Stati Uniti, non il Qatar. Generalmente la persona arrestata viene processata nel suo Paese di appartenenza. Le persone accusate di aver organizzato un attentato in Qatar erano quasi tutte saudite quindi la cosa piu' razionale era processarle in Arabia Saudita dove infatti si trovano ora", ha spiegato Shaikh.

E' stata molto discussa la bozza di legge antiterrorismo proposta dal regime saudita e denunciata da Amnesty International in quanto viola diritti umani fondamentali. "In nome della prevenzione del terrorismo, questo testo pone una grave minaccia alla libertà d'espressione in Arabia Saudita. Se approvato, aprirebbe la strada per la criminalizzazione del più piccolo atto di dissenso politico e provocherebbe violazioni dei diritti umani di massa", ha dichiarato Philip Luther, vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e l'Africa del Nord. Il Qatar al contrario non ha reagito instaurando un regime di emergenza come reazione al terrorismo sulla scia di altri Paesi come Stati Uniti e Arabia Saudita, ma l'Emirato ha una politica sulla sicurezza del tutto diversa.

"L'approccio al terrorismo del Qatar e' del tutto diverso da quello saudita. La sua strategia e' agire come un mediatore internazionale impegnato in missioni di pace e di risoluzione pacifica dei conflitti, parlando con i ribelli in Sudan e forse ora anche con i talebani in Afghanistan", ha concluso Shaikh.

(ANSAmed).

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