Nessuno praticamente ha piu' dubbi ad Ankara sul fatto che fra due anni sara' candidato alle presidenziali e che le vincera' trionfalmente. Per la prima volta il presidente turco sara' eletto a suffragio universale e non dal parlamento.
I sondaggi danno il 53% delle intenzioni di voto al suo partito Akp, al potere dal 2002. Un decennio segnato da un boom economico senza precedenti per il Paese, diventato 16ma economia mondiale (che aspira a entrare nel top ten per il 2023) e potenza regionale emergente. Se vincera', Erdogan sara' per cinque anni uno dei principali attori della politica regionale, e forse mondiale. Il 41% degli elettori fin d'ora annuncia che votera' per lui, solo il 6,4% fa il nome del leader dell' opposizione socialdemocratica Kemal Kilicdaroglu.
Ma prima l'uomo forte della politica turca ha in programma di cambiare la costituzione e di dare al paese un sistema presidenziale 'all'americana', tagliato su misura.
La riforma della costituzione in corso dovrebbe essere ultimata per la fine dell'anno. Akp ha la maggioranza assoluta in parlamento, ma non basta per cambiare la costituzione. Senza un accordo con l'opposizione, Erdogan potra' sottoporre a referendum. La stampa turca lo avvicina al presidente russo Vladimir Putin: per l'esercizio autoritario del potere, la retorica muscolare, il forte populismo, e ora per il probabile scambio di poltrone (come fra Putin e Medvedev) nel 2014: Erdogan si spostera' al palazzo presidenziale di Cankaya sulle colline di Ankara passando all'attuale presidente e compagno di partito Abdullah Gul le redini del governo.
L'opposizione sembra fuori gioco. Il Chp di Kilicdaroglu non supera il 25%, gli ultranazionalisti Lupi Grigi del Mhp sono al 10% i curdi del Bdp al 6%. L'analista di Hurriyet Taha Akyol non ha dubbi: Erdogan sara' presidente e Gul premier. Il leader Akp si muove fin d'ora per blindare l'elezione del 2014. Ha aperto le porte del partito a formazioni satelliti del centrodestra, ha fatto sapere che sara' candidato a un quarto e ultimo mandato alla presidenza Akp, che controllera' con pugno di ferro fino alle presidenziali. E ha ordinato il restauro del favoloso palazzo ottomano di Mabeyn a Istanbul, per farne la seconda residenza del presidente turco nella megalopoli del Bosforo, la citta' che Erdogan piu' ama e di cui e' stato sindaco e che probabilmente se potesse rifarebbe capitale del paese. Cinque anni, dal 2014 al 2019, cruciali per il paese, in mezzo a un'area sempre piu' agitata, fra Iran, Siria, Iraq, Armenia, Israele, con la crisi cipriota sempre aperta, la porta dell'Ue da sbloccare, la proiezioni neo-ottomana del paese in Mediterraneo, Asia, Balcani da consolidare, il conflitto curdo da chiudere. La 'pasionaria' del Kurdistan Leyla Zana ha reso al 'sultano' Erdogan, che ha incontrato a Ankara, un imprevisto omaggio: e' il solo, ha detto, che puo' farlo. (ANSAmed).